Una decina di studenti di Cambiare Rotta ha manifestato per la Palestina e contro Israele davanti la facoltà di Scienze Politiche dell’Università Sapienza, a Roma, per poi dirigersi verso il rettorato ed esporre dei cartelli con scritto “stop genocidio”. “Israele ha alzato il passo e ha invaso il Libano, facendo la stessa cosa che ha fatto a Gaza. In due giorni ci sono stati 2 mila morti. Israele vuole la guerra perché la classe politica israeliana è una classe politica genocida che ha sete di sangue. Non c’è stato un singolo partito del nostro paese che ha detto che Israele è uno Stato territorista. Non siamo noi a dirlo ma la Corte di Giustizia Internazionale che ha spiccato un mandato di cattura per Netanyahu”, affermano gli studenti.
Se sabato 5 ottobre il corteo non autorizzato è culminato negli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, con feriti da entrambe le parti, il timore è che ora la tensione si sposti nelle università. Come già avvenuto, in particolare, alla Sapienza, il 16 aprile, in occasione di una riunione del Senato accademico. Dopo il “no” dell’ateneo al boicottaggio di Israele, richiesto dai collettivi, e il fallito tentativo di entrare nel Rettorato, dove era in corso l’incontro, la tensione è esplosa con scontri tra attivisti e polizia. Incrinando ulteriormente il rapporto tra i collettivi e la rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, che gli studenti hanno più volte accusato di essere “complice del genocidio”.
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