Il quotidiano statunitense Washington Post, nato nel 1877 e famoso per l’indagine Watergate che costrinse il Presidente Nixon alle dimissioni, apre le candidature per il programma di tirocini estivi retribuiti per laureati e studenti universitari.
Tra i vari ruoli ricercati, figurano reporter, video giornalisti, audio producer, designer digitali, giornalisti e sviluppatori grafici, redattori di strategie per il pubblico, reporter di dati.
Gli stagisti si uniranno al team redazionale e avranno l’opportunità di vivere direttamente l’esperienza giornalistica. I tirocinanti, infatti, saranno coinvolti nella scrittura di articoli, ma anche nella realizzazione di fotografie, video, grafica e design, utilizzando diverse piattaforme editoriali.
I tirocini si svolgeranno dal 9 giugno al 15 agosto 2025 ed è prevista una forma di retribuzione di 1,021.15 dollari a settimana.
Per candidarsi, è necessario inviare un curriculum, un saggio autobiografico e almeno tre esempi di articoli. Il saggio deve raccontare al comitato di selezione qualcosa del candidato che non può essere desunto dal curriculum e non deve però superare le 500 parole. Tutti i documenti inviati per la valutazione devono essere redatti in inglese e non sono richieste lettere di presentazione.
Si segnala che è essenziale possedere una perfetta padronanza della lingua inglese, sia orale sia scritta. Inoltre, al momento della presentazione della domanda per il tirocinio, i candidati devono essere studenti universitari iscritti almeno al terzo anno della triennale o studenti laureati che risultino iscritti ad un corso di laurea. È preferibile avere maturato almeno un’esperienza professionale pregressa, sotto forma di tirocinio o lavoro, in ambito giornalistico. I tirocini estivi si svolgeranno nella redazione di Washington.
La scadenza per le domande è il 4 ottobre 2024 alle ore 18:00. I risultati delle selezioni finali saranno resi noti via e-mail entro venerdì 6 dicembre 2024.
Sotto riportato il sito di accesso per maggiori informazioni sul tirocinio formativo presso il Washington Post