Molestie e violenza sessuale nei confronti di un assegnista di ricerca: sono le accuse mosse nei confronti di un professore associato del del dipartimento di Scienze biologiche dell’Università di Bologna. I fatti risalgono al 2022 e al 2023, ma solo nel 2024, quando cioè il docente avrebbe iniziato a tempestare il giovane ricercatore di telefonate e messaggi, arrivando a seguirlo in contesti fuori dal lavoro, il ricercatore (30 anni) si sarebbe deciso a denunciare. Il professore, di venti anni più vecchio domani sarà a processo con le accuse di violenza sessuale aggravata e stalking davanti al Tribunale collegiale di Bologna, dopo che il pm Michele Martorelli ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato.
Per il docente da luglio scorso è scattata la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa con braccialetto elettronico. “L’Ateneo si è fatto parte attiva collaborando fin dal primo momento con le autorità competenti. È nostro dovere attendere le valutazioni dell’autorità giudiziaria – spiega l’Alma Mater – che nella sua ordinanza cautelare non ha impedito che il docente potesse continuare a prestare servizio. Per questo ogni valutazione in merito a eventuali misure disciplinari, al momento, è sospesa.
Il professore, infatuato del giovane, avrebbe approfittato dei momenti in cui si trovava solo con il ricercatore per fargli discorsi espliciti, anche con chiari riferimenti a rapporti sessuali, per poi passare a costringerlo a subire abusi all’interno dei laboratori dell’università. Quando poi il 30enne avrebbe deciso di allontanarsi, avrebbe iniziato a scrivergli messaggi insistenti ed espliciti, provocandogli uno stato di angoscia.
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