Il Tar delle Marche ha annullato la prova pratica del concorso ordinario Pnrr per docenti di laboratorio nelle scuole secondarie delle regioni Abruzzo, Emilia-Romagna, Marche, Puglia e Umbria. La decisione arriva in seguito al ricorso presentato da un gruppo di candidati. Il gruppo. assistitiodall’avvocato Gaetano Liperoti, ha contestato la violazione del principio di anonimato nella valutazione.
Secondo quanto stabilito, ai candidati era chiesto di apporre nome e cognome sui fogli utilizzati per la soluzione dei quesiti nella prova pratica, strutturata in modalità scritta. “Quando una prova pratica si svolge per iscritto – ha dichiarato l’avvocato – deve rispettare il principio di anonimato, per evitare qualsiasi rischio di compromissione della trasparenza e della credibilità del concorso”.
Il concorso, bandito su scala nazionale per l’assunzione di circa 20mila docenti, è stato gestito a livello interregionale dall’Ufficio scolastico regionale delle Marche. Nel caso specifico, la prova ha riguardato gli aspiranti docenti della classe di concorso B022 (Laboratori di tecnologie e tecniche delle comunicazioni multimediali).
A seguito della sentenza, il Ministero sarà chiamato a far ripetere la prova pratica, seguita dalle prove orali. Dovrà poi riformulare la graduatoria finale, con effetto a partire dal prossimo anno scolastico.
Il Ministero ha precisato che il concorso riguarda 60 posti complessivi per insegnanti tecnico-pratici (A022), con 174 candidati che avevano superato la prova scritta. Al momento, risultano già effettuate 50 assunzioni in ruolo, che non entrano nella decisione del Tar.
Sulla vicenda si sono espressi anche diversi esponenti politici. I deputati M5S in commissione Istruzione alla Camera hanno chiesto al ministro Giuseppe Valditara di riferire in Parlamento: “Chi pagherà per questo disastro? È necessario individuare le responsabilità di questa situazione inaccettabile”. Critico anche il responsabile scuola di Sinistra Italiana, Giuseppe Buondonno, che ha definito l’errore “grossolano”. Dello stesso avviso Elisabetta Piccolotti (Avs), che ha parlato di “ennesimo pasticcio” e ha sollecitato chiarimenti dal ministro.
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