Vietare gli smartphone ai minori di 12 anni: la proposta per mettere un freno al cyberbullismo

Dopo il suicidio di un ragazzo di Gragnano (Napoli) che si è buttato da una finestra dopo aver letto i messaggi che un gruppo di suoi coetanei gli scriveva sui social, torna in auge l’idea di mettere un limite all’uso dei telefoni cellulari tra i giovanissimi.

Vietare gli smartphone ai minori di 12 anni come risposta al dilagare del cyberbullismo. È questa la proposta avanzata dallo psichiatra e sociologo Paolo Crepet dopo il suicidio di un 13enne avvenuto nei giorni scorsi a Gragnano, in provincia di Napoli, che ha deciso di lanciarsi da una finestra al quarto piano di un appartamento dopo aver letto insulti e minacce che un gruppo di suoi coetanei gli aveva rivolto attraverso social e app di messaggistica istantanea.

La procura di Napoli ha aperto fascicolo ipotizzando il reato di istigazione al suicidio: sono sei i giovani (cinque minori e un maggiorenne) individuati quali autori dei messaggi (ma ancora non formalmente indagati) che avrebbero spinto il 13enne a togliersi la vita. La morte del giovane era stata ritenuta, in un primo momento, conseguenza di un drammatico incidente: una sedia vicino alla finestra e un cavo dell’antenna della tv tranciato avevano fatto ritenere che il 13enne si fosse sporto troppo nel tentativo di aggiustare il cavo, perdendo l’equilibrio e cadendo dalla finestra. Ma dall’analisi dei messaggi, eseguita dai carabinieri, sono emersi i messaggi che avrebbero turbato il giovane al punto da spingerlo a togliersi la vita

“Il cyberbullismo colpisce laddove c’è vulnerabilità. Non tutti i ragazzini hanno la stessa vulnerabilità. Per stare dalla parte dei vulnerabili, lo Stato deve agire. Dobbiamo arrivare a proibire la tecnologia digitale fino a un minimo di 12 anni – propone il Crepet dalle colonne del Quotidiano Nazionale – Io sto parlando dei social perché lo smartphone è lo strumento principale per aderire al fenomeno del cyberbullismo che non è nato coi social, ma con internet. Attraverso i social questo fenomeno è diventato molto più efficace, pregnante e diffuso. E ha caratteristiche nuove: sono sempre più giovani quelli che entrano nel gioco della Rete, ma questa è una cosa che i genitori devono sapere. La domanda è: chi si occupa dei bambini? A 13 anni penso che una persona sia ancora un bambino”.

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