Via tassa universitaria e superbollo per auto di grande cilindrata: il governo vuole abolire le micro-imposte

Insieme alle altre tasse, tra cui quella sui biliardini, si arriverebbe ad una perdita di 253 milioni di euro per lo Stato

Il governo sta pensando di cancellare una serie di micro-imposte. Non solo la tassazione in Italia è generalmente alta, se confrontata con quella di altri partner europei, ma è anche costellata di mini-prelievi negli ambiti più disparati. Ora che è al lavoro sulla riforma fiscale l’esecutivo di Giorgia Meloni starebbe pensando a fare un po’ di ordine ed eliminare alcune micro-tasse: ad annunciarlo è stato, alcuni giorni fa, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo che ha aperto per prima cosa all’addio al Superbollo auto.

Tasse sul gioco e sulla formazione

Quella del Superbollo è solo la prima delle micro-tasse che il governo avrebbe intenzione di eliminare. Ci sarebbe poi anche quella sui biliardini (cioè l’imposta sui giochi senza vincita in denaro, come le freccette o i flipper), quella sulla laurea e sugli esami dell’università. Secondo i calcoli del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, se il Fisco dovesse rinunciare improvvisamente a tutti questi contributi perderebbe un gettito pari a: 253 milioni di euro tra tasse erariali, regionali e comunali.

La tassa sulle auto di grossa cilindrata era stata introdotta dal governo Monti nel 2011 e ha un valore di 20 euro ogni kW oltre i 185. Il deputato di Fratelli d’Italia Andrea De Bertoldi, che aveva posto la questione al viceministro durante l’audizione, ha spiegato al Messaggero che la cancellazione “potrebbe essere inserita nella delega con un emendamento” oppure “rientrare nell’elenco dei micro-tributi che la stessa delega si propone di eliminare”.

Il peso sulle casse dello Stato non sarebbe troppo pesante. Per i contribuenti, però, la cancellazione di alcune micro-imposte potrebbe rappresentare un vantaggio. Soprattutto dal punto di vista della semplificazione in termini burocratici. Per ora, ad ogni modo, non c’è nulla di definitivo in quanto la delega fiscale è ancora in fase di esame a Montecitorio. L’intenzione del governo però, secondo quanto affermato dal viceministro Leo, sembra chiara.

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