La scuola scende in piazza: venerdì 20 maggio, i sindacati confederati CGIL, CISL e UIL, in accordo anche con SNALS, hanno indetto uno sciopero generale nazionale. Presidi e manifestazioni a Roma, Milano e altre città italiane. Probabile la chiusura di molte scuole data la forte adesione alla protesta.
Sotto accusa, ancora una volta, c’è il rinnovo del contratto collettivo, ormai fermo dal 2009; per questo docenti e rappresentanti sindacali manifesteranno a Roma, davanti alla sede del Miur in viale Trastevere con un presidio a partire dalle 9.30. Ma a scioperare sono anche i tecnici del personale Ata, il cui numero è stato tagliato dalla Legge di stabilità del 2005.
Non si ferma neanche la protesta contro la Legge 107 (La Buona Scuola): in questo caso, al centro dell’attenzione c’è la possibilità dei dirigenti scolastici di assumere per chiamata diretta e di premiare i docenti meritevoli; ma i sindacati chiedono anche l’assunzione per i docenti rimasti nelle Graduatorie ad esaurimento e per coloro che abbiano maturato docenze precarie per almeno 3 anni, ai quali, secondo la sentenza della Corte di Giustizia Europea dello scorso novembre, non sarà più possibile rinnovare il contratto a tempo determinato.
A fianco di docenti e personale Ata della scuola, scendono in piazza anche docenti e ricercatori delle Università: CGIL e UIL, infatti, hanno proclamato uno sciopero di settore per protestare contro il blocco del turn over nella Pubblica Amministrazione e per chiedere cambiamenti sostanziali nella metodologia di valutazione della qualità della didattica e della ricerca universitaria.
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