Uno stetoscopio, un ukulele e due valigie: l'inizio della mia avventura a Praga

Gabriele Felici - Erasmus stories Praga 2017/18
 
Mi presento. O meglio, l’ho già fatto nel video.
Sono in questa capitale europea da poco meno di una settimana, e posso dire di sentirmi a casa. Primo perché l’ho trovata, una casa. Ho dovuto sudare sette camicie, credetemi.
Ma soprattutto perché Praga ti mette a tuo agio. Non c’è stato nemmeno un mezzo di trasporto complicato da prendere, un menù difficile da comprendere o una persona che si sia rifiutata di aiutarmi. Ho vissuto questi giorni senza fermarmi, tra l’iscrizione in facoltà e il disperato bisogno di trovare una sistemazione al più presto, e non mi sono mai sententito disorientato. In parte anche grazie ad Ema, una ragazza assegnatami dall’università che mi è venuta a prendere in aeroporto con molto entusiasmo e che mi farà da tutor nei giorni che verranno.
Ed io non vedo l’ora di perdermi tra tutto quello che questa città ha da offrire.
Inizierò dai prossimi articoli a descrivere meglio tutto ciò che mi circonda, a raccontarvi delle persone che popolano Praga, della sua storia e delle ricchezze culturali che offre, e perché no, farvi vedere il suo fascino attraverso qualche scatto.
Devo rimettermi in forze, fra qualche ora mi aspetta la cerimonia di apertura della sessione universitaria, con annessa presentazione dei corsi, dei professori, di tutti gli studenti, per concludersi con una cena di benvenuto e dopocena.
Già, mi sento decisamente a casa.
 

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