Università Statale, il convegno di Obiettivo Studenti bloccato dai collettivi: spintoni e cori

Alcuni manifestanti hanno fatto irruzione, spingendo a terra uno dei dirigenti della Statale e lanciando acqua addosso a uno dei rappresentanti della lista. Condanna di Bernini e Brambilla

Disordini e spintoni, cori e minacce ai relatori, lancio d’acqua contro gli organizzatori, luci e microfoni staccati. Mercoldì pomeriggio all’Università Statale, nella sede di via Celoria, avrebbe dovuto tenersi il convegno “Accogliere la vita – Storie di libera scelta“, promosso dalla lista Obiettivo Studenti Unimi Medicina e Sanitarie. Relatrici Soemia Sibillo, direttrice del Centro Aiuto alla Vita Mangiagalli, Chiara Locatelli, neonatologa del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, specialista in cure palliative perinatali e Costanza Raimondi, ricercatrice in bioetica alla Cattolica. Un convegno stroncato a pochi minuti dall’inizio dagli atti di boicottaggio di diversi movimenti studenteschi di sinistra: Udu, Studenti Indipendenti, Cambiare Rotta, Rebelot e da alcuni attivisti che hanno occupato un immobile nella zona di Città Studi. 

Il convegno interrotto dagli attivisti di sinistra: “Fuori Cl dall’università”

Urla, pernacchie, pugni sbattuti sul muro, bestemmie, insulti, cori (“Ciellino aborto mancato”, “Obiettore ti uccidiamo senza fare rumore”). L’aula era gremita di studenti. Una parte degli attivisti si era mescolata a loro, ma la situazione è degenerata quando anche gli altri manifestanti hanno fatto irruzione, spingendo a terra uno dei dirigenti della Statale, presente all’incontro e poi hanno lanciato acqua addosso a uno dei rappresentanti della lista che aveva organizzato il convegno.  

Sono stati staccati la luce e i microfoni, impedendo di fatto ai relatori di parlare. Una fra loro, denunciano da Obiettivo Studenti, è stata minacciata: “Sappiamo dove stai di casa, ci vediamo presto“. Dato che la situazione non si calmava, i promotori hanno deciso di annullare il convegno, per riprogrammarlo. 

“Persone che il giorno prima manifestavano contro la violenza sulle donne, il giorno dopo insultavano e minacciavano una donna. E non si tratta di attivisti dei centri sociali, ma di persone che siedono nel senato accademico e in altri organi universitari e spesso vengono invitati ai convegni o al Parlamento dal Pd e altre formazioni politiche” spiegano da Obiettivo Studenti, che sottolinea: “Per noi l’università è, e deve rimanere, un luogo di libertà e di ricerca della verità. Ogni voce che voglia esprimersi, nel rispetto delle voci altrui, per noi è sempre stata un valore. Oggi chi si autoproclama portavoce dei diritti di libertà ci impedisce di parlare con metodi totalitari. È inaccettabile che ci sia qualcuno che, in modo autoritario e violento, decida chi può esprimersi in università e chi no, cosa si può dire e cosa no, cosa non si deve pensare e cosa va censurato. Oggi è stato negato, con violenza e prepotenza, un pezzo fondamentale di democrazia. Chiediamo che tutte le persone libere, in particolare se rivestono ruoli di rappresentanza in ateneo, prendano posizione”.

L’Ateneo: “Ferma condanna di ogni forma di violenza” 

Un appello raccolto dall’ateneo: “L’Università degli Studi di Milano esprime ferma condanna a ogni forma di violenza e di intolleranza – recita un comunicato della Statale -. La nostra Università persegue e continuerà a perseguire il diritto di libera espressione, valore essenziale che rispecchia la natura plurale della comunità accademica e di un ateneo che è aperto alla conoscenza, al confronto dialogico e al rispetto delle diversità di opinione. Ribadiamo, pertanto, il nostro impegno a fare chiarezza su quanto avvenuto, preservare la sicurezza della comunità e tutelare la libera espressione di tutte le studentesse e gli studenti, purché questa avvenga nel rispetto delle regole del confronto civile e democratico“. 

Soemia Sibillo, direttrice del Centro di Aiuto alla Vita, era tra i relatori, ma non ha neppure iniziato il suo intervento. “Non era un incontro per discutere la legge sull’aborto, era un momento di testimonianza. Le contestazioni possono esserci, ma prima di tutto si parte dell’ascolto. Non avevano neppure la curiosità di sentire quello che avremmo detto – spiega – Noi del Cav non facciamo proselitismo contro la legge sull’aborto, esiste la libera scelta. Noi ci limitiamo ad ascoltare le donne e gli uomini che arrivano da noi a chiedere aiuto. Non deve essere cancellata la libertà di chiedere aiuto. E non abbiamo pregiudizi: se questi studenti vogliono venire a vedere come operiamo, li accoglieremo”. 

Dal canto suo, una delle liste, Cambiare Rotta aveva motivato l’accaduto con queste parole: “È inaccettabile che la Statale, subito dopo essersi dipinta la faccia di rosa e aver affermato di essere in prima fila per la difesa e la tutela dei diritti delle donne e contro ogni tipo di violenza, ospiti iniziative che attaccano il diritto all’accesso all’aborto libero sicuro e gratuito. Di fronte alla richiesta di una presa di posizione rivolta alla Rettrice, l’università si è mostrata perfettamente allineata alle politiche antiabortiste, reazionarie e violente del nostro governo. Le uniche risposte di fronte a questa violenza sono la lotta e l’organizzazione”. 

Bernini chiama la rettrice Brambilla

Il ministro dell’Universitá e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha sentito telefonicamente la rettrice della Statale di Milano, Marina Brambilla, per un confronto su quanto accaduto negli spazi dell’ateneo con l’interruzione del convegno ‘Accogliere la vita – storia di libere scelte’ da parte di alcuni collettivi studenteschi. Il ministro e la rettrice hanno espresso ferma condanna per i fatti. Il ministro ha inoltre offerto tutto il supporto necessario affinché l’Ateneo rimanga un libero luogo di confronto dove non possono trovare spazio violenze e prevaricazioni.

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