Dopo 31 mesi di attesa è arrivato il sospirato rinnovo: l’Aran e le Organizzazioni sindacali hanno sottoscritto stamattina l’ipotesi di contratto nazionale di lavoro dei dipendenti del comparto università, per il quadriennio normativo 2006/2009 e per il primo biennio economico 2006/2007. L’intesa riguarda circa 60 mila lavoratori. L’aumento medio, a regime, delle retribuzioni è di 98,70 euro ed arretrati a decorrere dal 1 gennaio 2006. Numerose le innovazioni previste dall’accordo. Ne dà notizia l’Aran in una nota.
Si tratta, innanzitutto, di un testo coordinato che raccoglie e riordina tutte le preesistenti norme contrattuali del comparto, determinando non solo un effetto d’immediata leggibilità e comprensione per il personale interessato ma anche, trasparenza e chiarezza normativa. Ciò contribuirà, si auspica, ad una più efficace e puntuale applicazione del contratto nazionale a livello decentrato, determinando minore conflittualità e controversie interpretative, con l’ulteriore ausilio d’incontri tra Organizzazioni sindacali e la Conferenza dei rettori delle università (Crui) per la determinazione di orientamenti omogenei nell’interpretazione del contratto.
È stato sensibilmente innovato il meccanismo delle progressioni di carriera che, per il passaggio ad una qualifica superiore, prevedono ora che il dirigente effettui verifiche periodiche, con metodologie pubbliche e trasparenti, sulle capacità e sull’impegno del candidato, mentre progressioni stipendiali sono condizionate ad una valutazione della qualità relativa alla prestazione individuale.
Manuel Massimo
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