Un anno senza Lorenzo, il dolore dei genitori: “La sua morte non è stata una fatalità”

Parlano i genitori dello studente morto durante uno stage di alternanza scuola-lavoro in un’azienda di Udine. “Ci hanno detto che sarebbe stato sempre affiancato a qualcuno e invece quel giorno era da solo”. Il 21 gennaio, primo anniversario dalla sua morte, studenti in presidio davanti al Miur.

“Noi ci immaginavamo Lorenzo lavorare sempre vicino a qualcuno. E invece è morto da solo, in un reparto diverso dal luogo che riguardava i suoi studi. Se proviamo rabbia? E cosa ce ne facciamo?  Puoi anche averne ma a chi la rivolgi? Al sistema? Dolore, tristezza, amarezza, delusione: di quelle sì, ne abbiamo. Per come è andata, per il modo in cui è successo. Perché non è stata una fatalità”. Sono queste le parole dei genitori di Lorenzo Parelli, lo studente di 18 anni morto lo scorso anno mentre stava svolgendo un percorso di alternanza scuola-lavoro in un’azienda della provincia di Udine.

“Un ragazzo sempre allegro”

Il 21 gennaio prossimo cadrà l’anniversario della sua morte su cui grava ancora un procedimento penale che vede due indagati. I suoi genitori affidano alle pagine del Corriere della Sera il ricordo di Lorenzo, descritto come un ragazzo sempre serio ma anche sorridente. “La sua allegria, le volte che si arrabbiava, quel suo modo di essere un ragazzo di campagna, quell’aria seria da lavoratore quando si occupava di informatica” sono le loro parole utilizzate per descriverlo.

L’accusa: “Quando è morto era da solo”

Poi il ricordo di quel maledetto giorno e i tanti interrogativi che ancora cercano una risposta. “Noi ce lo siamo sempre immaginato lì dentro affiancato a qualcuno. E invece a quanto pare non c’era nessuno mentre lui moriva. Ci hanno detto che Lorenzo era al montaggio, un reparto diverso dal luogo che riguardava i suoi studi, cioè programmare e condurre le macchine a controllo numerico”.

Presidio al Miur per chiedere abolizione Pcto

Intanto il prossimo 21 gennaio alle 10, la Rete degli Studenti Medi del Lazio e la FIOM CGIL Roma e Lazio saranno in presidio al Miur per chiedere l’abolizione dei PCTO a favore di un ripensamento del rapporto tra scuola e lavoro. “Crediamo di dover ripartire da tre parole chiave: diritti, sicurezza, dignità – fanno sapere in una nota i ragazzi della Rete degli Studenti Medi Lazio – Perché Non è scuola quella che ti obbliga ad andare in aziende non sicure e che non investe sui laboratori. Non è lavoro essere sfruttati, precari e senza alcuna conoscenza dei propri diritti. Non è scuola e non è lavoro ciò che uccide”.

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