Anche se concentrate in una vera e propria caccia alle streghe nei confronti di chi dissente dalle operazioni militari nel nord-est della Siria, le autorità giudiziarie turche hanno trovato il tempo e lo spazio per mandare a processo 18 studenti e un docente del Politecnico del Medio Oriente di Ankara.
La loro “colpa” è di aver organizzato, lo scorso 10 maggio, un Pride all’interno dell’università, sfidando un divieto del tutto illegale. La marcia venne dispersa dalla polizia con spray al peperoncino, proiettili di plastica e gas lacrimogeni, il cui uso provocò diversi feriti.
Questa mattina, dunque, i 19 imputati vanno a processo per il farsesco reato di “rifiuto di disperdersi”, ai sensi della Legge sulle riunioni e le manifestazioni. Rischiano da sei mesi a tre anni di carcere.
Un imputato verrà processato per “offesa a pubblico ufficiale”, per un presunto gesto con la mano diretto a un agente di polizia. Per lui si prospetta una pena da tre mesi a due anni.
corrieredellasera
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