Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha sospeso in via cautelare la procedura relativa alla nomina dei vincitori del concorso. Il Ministero dell’Istruzione aveva pubblicato la graduatoria finale lo scorso 9 agosto e puntava ad assegnare i vincitori alle scuole vacanti già dal primo settembre. “Attendiamo sviluppi e indicazioni da parte del Ministero dell’Istruzione su come dobbiamo muoverci”, ha fatto sapere a Corriereuniv.it il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, Anna Paola Sabatini.
Sabatini ha aggiunto che l’Ufficio scolastico era pronto per l’informativa sindacale e per l’inserimento dei dirigenti in vista del nuovo anno scolastico. In sostanza il Tar del Lazio ha congelato l’imminente nomina dei futuri dirigenti scolastici che hanno partecipato al corso-concorso nazionale riservato che si è svolto nei mesi scorsi grazie a un emendamento del Governo. Ora gli interessati devono aspettare fino al 5 settembre, giorno in cui è fissata la camera di consiglio. Fino a quella data la sospensione resta. Il sindacato Udir ha incaricato il proprio segretario nazionale di richiedere l’intervento urgente del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
Il blocco del Tar Lazio
L’avvio dell’anno scolastico appare complesso: per 519 nuovi presidi potrebbe saltare l’assunzione. Non è stata ancora risolta infatti la vicenda relativa al concorso per diventare dirigenti scolastici che si è svolto nel 2017. Alla vigilia di Ferragosto il Tar del Lazio ha sospeso in via cautelare la procedura relativa alla nomina dei vincitori del concorso. Nel Lazio si tratta di 25 persone, a livello nazionale sono più di 500. Intanto, circa 250mila supplenti occuperanno le cattedre da insegnanti.
Il Ministero dell’Istruzione, che da quanto si è appreso si costituirà in giudizio per chiedere l’annullamento del decreto, aveva pubblicato la graduatoria finale lo scorso 9 agosto, con l’obiettivo di assegnare i vincitori alle scuole vacanti già dall’1 settembre. La sospensione resterà in vigore almeno fino al 5 settembre, giorno in cui è fissata la camera di consiglio.
Il ricorso di Udir
“Il ricorso – spiega il sindacato dei presidi Udir – mira a tutelare gli interessi dei docenti impegnati nel nuovo concorso ordinario per dirigenti scolastici 2023, i quali hanno già superato la preselettiva e sono in attesa della prova scritta per il prosieguo delle operazioni concorsuali”. Il sindacato ha incaricato il proprio segretario nazionale di richiedere l’intervento urgente del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, affinché venga prestata massima attenzione alla procedura concorsuale.
Propone che questo periodo di sospensione sia utilizzato al meglio per garantire la trasparenza delle operazioni, partendo da un controllo rigoroso dei titoli di accesso dichiarati da candidati alla procedura riservata del concorso 2017. L’Associazione Radamante fa sapere che domani avvierà le procedure per far aderire al ricorso i vincitori e gli idonei dell’ultimo concorso straordinario, chiedere l’annullamento della sospensiva e farli costituire in giudizio per salvare tutta la procedura concorsuale. La data del 5 settembre si preannuncia cruciale anche per un altro motivo: il Tar si esprimerà sui ricorsi presentati da circa 350 candidati che contestano le prove preselettive del concorso ordinario per dirigenti scolastici che si è svolto quest’anno.
Cosa dicono gli altri sindacati
Nei giorni scorsi invece il sindacato Anief, l’associazione nazionale insegnanti e formatori, ha contestato i numeri delle immissioni in ruolo del personale docente e Ata: “Nemmeno 45mila tra i docenti e circa 10mila per amministrativi, tecnici, collaboratori scolastici e le altre figure professionali che operano nella scuola”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Complessivamente, secondo i nostri calcoli, le assunzioni a tempo indeterminato dovevano essere almeno 30-40mila in più, quindi quasi 100mila complessive, rispetto a quando poteva essere autorizzato dal Mef.
Una delle motivazioni di questa restrizione è che il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha autorizzato le stabilizzazioni solo sul 75% dei posti lasciando 20mila posti per i vincitori del secondo concorso Pnrr. A nostro avviso è una scelta sbagliata perché ci sono da assumere migliaia e migliaia di idonei sia del concorso 2020, sia della prima procedura selettiva Pnrr che è ancora in corso di svolgimento”.
“Allo stesso modo – continua il sindacalista autonomo – , per il personale Ata a fronte di 30mila posti liberi sono stati assegnati per le immissioni in ruolo solo 10mila posti: non è così che si combatte il precariato, è una scelta sbagliata che va anche contro l’Unione europea, che crea i presupposti per la creazione di altri tantissimi contenziosi risarcitori per l’abuso dei contratti a termine. Ma è anche per questo che stiamo partendo con un nuovo ricorso gratuito per assumere sul 100% dei posti vacanti e per quasi raddoppiare il numero delle immissioni in ruolo che sono state autorizzate per il 2024”.
Leggi anche altre notizie su CorriereUniv
Seguici su Facebook e Instagram