Il ministero smentisce il sindacato dei presidi: “Nessun taglio agli stipendi”

La modifica dei criteri di classificazione delle scuole non ha effetti sugli stipendi dei dirigenti scolastici, che rimangono legati ai risultati individuali raggiunti

Nessun taglio agli stipendi dei presidi. Il ministero guidato da Giuseppe Valditara è intervenuto con una nota per smentire un sindacato che rappresenta i dirigenti scolastici dopo la denuncia del prossimo tagli alle retribuzioni dei dirigenti scolastici. Secondo il sindacato in questione, con la modifica ai criteri di classificazione delle scuole voluto da viale Trastevere nessun professionista avrebbe fatto richiesta per lavorare negli istituti di classe C. Tutto ciò avrebbe pesato sugli Istituti più svantaggiati e situati in contesti difficili, era la protesta dei rappresentanti. Il Mim ha per smentire questa ricostruzione e fare chiarezza sulle novità introdotte. Dicendosi poi sorpreso dell’intervento del sindacato: i nuovi criteri e le percentuali delle scuole nelle varie fasce sono stati ampiamente condivisi con il sindacato dei dirigenti scolastici, che sembrava concordare con la soluzione proposta.

I nuovi criteri e stipendi

Il ministero intanto assicura che c’è stata massima condivisione degli obiettivi e dei mezzi per raggiungerli con tutte le rappresentanze toccate dalle nuove norme. “I criteri considerano vari fattori, tra cui il numero di alunni e personale, la varietà di gradi e indirizzi di studio, il numero di alunni disabili e il contesto socio-economico del territorio (Escs)”, si legge nella nota, “la maggior parte dei criteri si basa su dati oggettivi presenti nel sistema Sidi, inseriti direttamente dalle scuole”. E aggiunge: “Il ministero assicura che non ci sono stati tagli agli stipendi dei dirigenti scolastici. Una clausola di salvaguardia garantisce che nessun dirigente subisca una riduzione stipendiale nel caso in cui la sua scuola passi a una fascia inferiore”. Per questo, ha dichiarato Antonello Giannelli, presidente nazionale dell’Associazione nazionale presidi, “non vi è stato alcun taglio stipendiale e anzi, per quanto di modesta entità, dovrebbero esserci incrementi retributivi a seguito della prossima firma del contratto collettivo nazionale integrativo relativo al prossimo anno scolastico”.

Sul sito del Mim si legge: “Le scuole in fascia A rappresentano il 22% del totale, pari a 1.671 istituzioni, rispetto a quelle attuali 1.760. Le scuole in fascia B saranno 4.934, rispetto alle precedenti 5.160 e quelle in fascia C saranno 994 a fronte delle attuali 1.169″. Da qui è nata forse la preoccupazione dei sindacati, ossia sulla divisione in fasce dei vari istituti che avrebbe potuto rendere ancor meno attraenti quelli di ultima fascia per un dirigente scolastico. Ma il ministero assicura che le “retribuzione di risultato non sarà legata alla fascia di pesatura, ma dipenderà esclusivamente dai risultati raggiunti dal singolo dirigente”. Viale Trastevere poi aggiunge di “aver già trasmesso agli Uffici scolastici regionali il dettaglio dei punteggi per ciascuna scuola, in linea con i principi di trasparenza”, rispondendo anche alle critiche in tal senso.

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