C’è un indagato nell’inchiesta che la procura di Lecce ha avviato dopo il suicidio della studentessa francese di 21 anni, arrivata nel capoluogo salentino per il progetto Erasmus agli inizi di settembre e trovata impiccata domenica sera nella camera di un appartamento in cui viveva con altri ragazzi. Si tratterebbe di un 19enne residente a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, nei cui confronti, al momento, come atto dovuto ai fini delle indagini, è stato ipotizzato il reato di violenza sessuale.
La corsa in ospedale dopo la presunta violenza
Alcuni giorni prima dell’estremo gesto però, precisamente giovedì 19 ottobre intorno alle 16.20, la studentessa francese si era recata all’ospedale “Fazzi” di Lecce, accompagnata al triage ospedaliero da due ragazze, che si sarebbero presentate come mediatrici linguistiche universitarie per il progetto Erasmus. Julie era arrivata in Salento da poco tempo e sarebbe dovuta restare sino a fine anno. Conosceva pochissimo la lingua italiana e per questo preferiva affidarsi alle interpreti nella traduzione dal francese o dall’inglese. Davanti all’infermiera però è arrivata la raggelante confessione della ragazza: “Mi hanno violentata”. Poi il pianto sofferto, stretta nell’abbraccio di una delle accompagnatrici.
Immediato in pronto soccorso è scattato l’allarme ed è stato avviato il percorso dedicato per la presa in carico e il trattamento diagnostico terapeutico all’interno della “Stanza Rosa” per le donne vittime di violenza sessuale. In pochi minuti la ragazza è stata raggiunta da una ginecologa e da un’ostetrica. “La studentessa non parlava italiano, era silenziosa ma visibilmente turbata”, è quanto lasciato trapelare dai sanitari secondo quanto ha appena l’agenzia Ansa. “La ragazza era visibilmente provata e con estrema delicatezza abbiamo provato a convincerla a farsi visitare ma non è stato possibile avvicinarla. Ha rifiutato ogni accertamento chiudendosi nel suo silenzio”, hanno continuato i sanitari del nosocomio. A questo punto i sanitari avrebbero proposto alla ragazza di denunciare l’episodio alle forze dell’ordine e tornare il giorno seguente in ospedale per un incontro con lo psicologo, ma nulla avrebbe convinto la 21enne francese, che dopo aver firmato le dimissioni avrebbe quindi lasciato l’ospedale accompagnata dalle due interpreti.
Il racconto dell’indagato
Il giovane è stato ascoltato dagli agenti della Mobile nelle scorse ore e avrebbe riferito di essere stato in casa con la 21enne due giorni prima del suicidio e di aver avuto un rapporto consensuale. Sarebbe proprio questo il punto al centro delle indagini. L’ipotesi investigativa è che la studentessa si sia tolta la vita dopo la violenza. Prima di morire la giovane avrebbe confidato ad alcune amiche di essere stata stuprata nell’appartamento in cui viveva, poi si è recata in pronto soccorso dove i medici avrebbero confermato gli abusi, ma non ha mai sporto denuncia.
Sotto sequestro ci sono il referto medico dell’ospedale di Lecce datato 19 ottobre e l’agenda della studentessa francese, dove la giovane ha scritto un messaggio di addio rivolto ai genitori, spiegando di non riuscire più ad andare avanti da sola. Poche parole, scritte in francese: “E’ difficile rimanere soli” e “sopportare quello che è accaduto. Non è colpa di nessuno, non ce l’ho con nessuno.Vi amo. Sono triste”.
L’autopsia
La morte della giovane è avvenuta per asfissia da impiccagione, e sul corpo non sono emersi segni di colluttazione e ferite, al di fuori dei segni del laccio stretto intorno al collo. Sono questi due degli elementi emersi dall’autopsia sul corpo della studentessa, eseguita dal medico legale Alberto Tortorella e da una genetista forense. Non erano presenti durante l’esame consulenti nominati dall’indagato.
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