Spazio, il sogno di studiare le stelle. L’intervista all’astrofisica Sara Buson

Sara Buson è un’astrofisica e ricercatrice, premiata quale miglior ricercatrice negli Usa con il premio ISSNAF.

Sara Buson è un’astrofisica e ricercatrice, premiata quale miglior ricercatrice negli Usa con il premio ISSNAF in questa intervista ci racconta cosa significa studiare le stelle e qual è stato il percorso che l’ha portata dov’è. Un esempio per tutte quelle giovani studentesse che vorrebbero intraprendere studi Stem di cui l’Italia ha enormemente bisogno.

Lei ha ricevuto il premio ISSNAF (Italian Scientists and Scholars of North America Foundation), superando oltre 4 mila scienziati. Ha sempre saputo che l’astrofisica sarebbe stato il suo progetto di vita professionale?

Eh direi proprio di no! Da sempre sono affascinata dalle stelle, dalle galassie e più in generale dal nostro universo. Fin da bambina spesso e volentieri osservavo il cielo. Ma quale bambino non lo fa da piccolo? Credo che la differenza per me sia stato il fatto che io non ho mai smesso di farlo; anche ora mi ritrovo ad esplorare il cielo ad occhi nudi con la stessa curiosità. Ho sempre saputo di avere una grande passione per l’astronomia e l’ho spontaneamente coltivata crescendo. Grazie alla scuola la mia curiosità si è presto estesa alla fisica e all’approccio scientifico per conoscere quello che ci circonda.

Ricordo di non aver avuto dubbi al momento di iscrivermi al corso di laurea in fisica, però sinceramente in quel periodo non l’avevo immaginata come una possibile professione. Sapevo che la studio della fisica consente una preparazione di base a largo spettro e facilmente “rivendibile” in altri settori, ma la scelta è stata dettata puramente dal mio interesse per la materia.

Quali sono le competenze che dovrebbe possedere un/una giovane interessato ad iscriversi a fisica?

Una propensione per la matematica è importante perché fornisce gli strumenti necessari a descrivere la fisica. Oltre a questo, a mio parere basta buona volontà e voglia di imparare e conoscere il mondo che ci circonda tramite la fisica. Le università italiane sono di buon livello e nei primi anni includono corsi che permettono di familiarizzare con le basi necessarie, a prescindere dal percorso di studi precedentemente intrapreso.

Quali elementi secondo lei dovrebbe tenere in considerazione un diplomando/ a che si appresta alla scelta formativo-professionale?

La decisione da prendere è importante ed il mio consiglio è di essere chiari con sé stessi ed iniziare a farsi domande magari un po’ “scomode”: c’è un sincero interesse a passare i prossimi 5 anni sui libri per approfondire un particolare argomento oppure c’è più interesse ad impegnarsi da subito nel mondo del lavoro? Dove mi vedo tra 5 – 10 anni, che cosa starò facendo allora? Altra cosa importante da capire è che i compromessi ed una certa flessibilità sono oramai parte integrante del mondo professionale. Io l’ho capito soprattutto dall’esperienza in USA.

Quando sono stata selezionata dalla NASA per una Fellowship (borsa di studio per ricercatori), per quanto l’opportunità fosse unica ed eccitante, ammetto che un po’ il pensiero di dover lasciare gli affetti e le certezze per andare in un altro continente dove non conoscevo pressoché nessuno, in un paese con un sistema completamente diverso da quello in cui ero cresciuta, suscitava disagio. Ma ho accettato il compromesso di rinunciare a molte delle mie certezze, la flessibilità di spostarmi, per arricchire la mia esperienza lavorativa e personale in un centro di ricerca tra i migliori al mondo del mio settore. Forse la cosa più importante da tenere in considerazione è proprio questa: saper guardare oltre il nostro presente ed immediato futuro, perché spesso per gli obiettivi che vogliamo raggiungere servono anni. Senza smettere mai di farsi la domanda scomoda dove mi vedo tra 5 – 10 anni? Perché, data una risposta, nel frattempo molte cose cambiano, nuove opportunità si fanno avanti, noi stessi cambiamo.

Astronomia e astrofisica. Entrambe si occupano dello studio del cosmo, ma quali sono le differenze essenziali del loro campo di indagine?

Sono intimamente legate tanto da rendere l’interazione tra astronomi ed astrofisici indispensabile gli uni per gli altri. I percorsi formativi, il focus e i metodi d’indagine rimangono comunque diversi. La prima scienza, astronomia, si focalizza più sul conoscere, riconoscere ed osservare gli oggetti che popolano l’Universo, stelle pianeti ammassi di galassie e così via. L’astrofisica è una branca della fisica che utilizza queste osservazioni per interpretarne la fisica sottostante, le interazioni tra i corpi celesti ed anche quelle delle particelle stesse che li compongono. Cerca di dare risposte a domande del tipo “Dove e come vengono prodotte le particelle di altissima energia che costantemente bombardano la Terra?” – i cosiddetti raggi cosmici. Mistero che persiste da più di cent’anni e per i quali, alcuni studi recenti, hanno indicato come possibile origine peculiari galassie che ospitano al loro centro un buco nero super massiccio.

Che cosa rappresenta per lei il cosmo?

Un affascinante punto interrogativo la cui esplorazione ci terrà occupati per tutta la nostra esistenza. Come diceva Blaise Pascal: ‘Knowledge is like a sphere, the greater its volume, the larger its contact with the unknown’ (La conoscenza è come una sfera, più grande è il suo volume maggiore è il suo contatto con ciò che è sconosciuto).

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