“Sono malata, voglio vivere”, storie di solidarietà ai tempi di Spotted

Giulia Spotted

“Siamo in trentamila a fare il tifo per te”. Non sappiamo chi sia, ma sta male. Giulia (nome di fantasia) non è riuscita a rimanere in silenzio. Ha scritto, così, un lungo messaggio sulla bacheca Spotted dell’Università Federico II di Napoli.

Una storia di solidarietà e di affetto, gratuito. Nessuno, forse, conosce fino in fondo Giulia, nessuno l’ha manco vista per una volta. Una storia che fa riflettere sul tanto discusso web: per una volta sono i social a funzionare, sono gli estranei a farti sentire a casa.

Giulia non ha resistito, dalla malattia che la sta spegnendo ogni giorno ha voluto lasciare un messaggio sul portale virtuale. Non si aspettava, forse, nemmeno tante risposte. E invece le risposte sono state tante, troppe. Una carica incredibile, insperata. Un’adrenalina che viene dalla rete, una spinta a non mollare.

Ecco il messaggio scritto da Giulia.

Vi ho scritto poco più di un mese fa per raccontarvi della mia malattia… Ora sono cambiate un paio di cose e, poiché preferisco non parlare di quello che provo con chi mi sta vicino, scrivo qua. Sono tormentata dalla paura di non farcela e “vivo” ogni giorno con l’angoscia di chi sa che la sua vita stia per finire. Sì, ho paura di morire! Sono mesi che “vivo” su un letto e sono senza forze..

Ci sono giorni in cui vorrei strapparmi il cuore pur di non vedere i miei genitori star male a causa di questa situazione di merda.. Vedere un figlio stare così male deve essere la cosa più brutta del mondo! Ci sono, poi, giorni in cui l’unica cosa che mi tiene in vita è proprio questo cuore che batte all’impazzata come se volesse uscire dal corpo e raggiungere chi è causa di quelle emozioni che mi fanno sentire viva!

Nonostante tutto, mi sono innamorata e mi basta leggere un messaggio, sentire la sua voce per sentirmi “sana”… Passo la maggior parte del tempo sola, non sopporto gli occhi delle persone quando vedono come si è trasformato il mio corpo e per ingannare il tempo, che sembra non passare mai, scrivo pagine e pagine di lettere che forse non verranno mai lette..

Provo una profonda pena per quello che il mio corpo è costretto a subire, non c’è un termine per spiegare come mi sento e quello che provo, vorrei alzarmi da questo letto e VIVERE

COSA FARE – Eppure basterebbe così poco per aiutare persone in situazioni simili. Ognuno, nel suo piccolo, potrebbe iscriversi al registro di donatori di midollo. A prescindere dalla compatibilità o meno, a prescindere dalla presenza di un amico o un’amica in difficoltà: è un gesto spontaneo, indipendente da tutto il resto. E’ un gesto di generosità che va oltre il semplice messaggio carino. Basterebbe davvero poco per informarsi, per intervenire in maniera concreta, per dare un aiuto preziosissimo.

Non sappiamo chi sia Giulia veramente, non sappiamo da quale malattia sia affetta. Sappiamo solo che anche noi, nel nostro piccolo, vogliamo aggiungerci ai messaggi per Giulia e sperare che qualcuno possa davvero decidere di aiutarti. Non mollare! Un giorno, magari, leggeremo ancora la tua storia. Con un lieto fine, stavolta.

Raffaele Nappi

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