Smartphone per la didattica: si o no? Nei mesi precedenti si è infiammata la discussione dopo la proposta della ministra Valeria Fedeli di introdurli in classe, scatenando molte polemiche. Non lontano da noi i cugini francesi hanno bandito lo strumento nelle scuole medie. Il presidente Emmanuel Macron, infatti, lo aveva promesso in campagna elettorale: via lo smartphone nelle scuole elementari e medie. E ieri il ministro dell’Educazione nazionale, Jean-Michel Blanquer, ha assicurato che l’impegno preso dal Capo dello Stato d’Oltralpe sarà mantenuto a partire dal prossimo anno scolastico.
Due visioni diverse insomma. Il divieto, però, non è assoluto, il ministra ha dichiarato al giornale Le Figaro che “i dispositivi dovranno essere spenti entrati a scuola e non dall’inizio della lezione ma devono essere confinati e pronti all’uso per situazioni di emergenza”. Una posizione intermedia tra i sostenito e apocalittici modello risulta, da una prima analisi, una posizione intermedia tra chi li vorrebbe sempre a portata di mano degli alunni per l’uso nell didattica, e chi invece li vorrebbe sempre spenti perché distraggono soltanto gli alunni. Daltro canto la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli dichiarò che “si devono essere usati esclusivamente per la didattica come strumento digitale ma non si può pensare che se ne debba fare un uso libero e personale: esattamente il contrario, collettivo e consapevole sotto la guida dei docenti.
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