Sicilia, uno studente su 10 abbandona gli studi alle superiori. La Regione stanzia 120 milioni contro la dispersione scolastica

Il tasso di dispersione scolastica in Sicilia, negli anni immediatamente antecedenti allo scoppio della pandemia, è stato alle scuole superiori dell’11,2%. Palermo è la provincia che ha fatto registrare il dato più alto, con il 14,71%, seguono Ragusa (12,42%), Trapani (11,28%).

Poco più di uno studente siciliano su dieci abbandona il proprio percorso di studi durante gli anni delle superiori, attestando così il tasso di dispersione scolastica all’11,2% negli anni immediatamente antecedenti allo scoppio della pandemia. Il dato è stato elaborato dall’Ufficio scolastico regionale ed è contenuto in un report presentato oggi a Palazzo d’Orleans di Palermo in occasione di una conferenza stampa riguardo al Piano della regione contro la povertà educativa.

Tra le province della Sicilia il tasso di dispersione scolastica più alto si registra a Palermo, con il 14,71%. Seguono Ragusa (12,42%), Trapani (11,28%), Siracusa (11,27%), Enna (11,02%), Caltanissetta (10.35%), Catania (9,86%), Agrigento (8,19%) e Messina (7,64%).  Sul fronte della scuola media, invece, il tasso di dispersione scolastica regionale è del 3,73% (la provincia di Siracusa ha il dato più alto con il 5,12%), mentre alle elementari si attesta allo 0,57%.

Al momento l’ufficio scolastico regionale non dispone di dati ufficiali riguardanti l’effetto della pandemia sulla dispersione scolastica. C’è però grande preoccupazione riguardo al fatto che la percentuale di abbandoni possa essere addirittura aumentata dal 2020 in poi proprio a causa della pandemia e delle difficoltà che anche in Sicilia gli studenti hanno dovuto affrontare tra chiusure forzate, didattica a distanza e ristrettezze economiche.

“Abbiano ritenuto di dover operare con una serie di interventi per contrastare la dispersione scolastica, impegnando circa 120 milioni di euro fra fondi regionali, dello Stato e comunitari – ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – Non siamo intervenuti solo nelle aree interne, ma anche nelle zone periferiche delle grandi città. Un giovane che abbandona la scuola quasi sempre appartiene a famiglie con scarso livello culturale e poco abbienti. La povertà educativa è uno dei problemi con i quali le istituzioni dovranno fare i conti nei prossimi anni e noi siamo già pronti a fare la nostra parte. La dispersione scolastica è un fenomeno che riguarda soprattutto le aree interne, le aree con tassi di povertà significativi, le aree interessate da inesorabili processi di spopolamento, le aree prive di luoghi di aggregazione” ha concluso.  

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