Scuole chiuse anche il sabato per il caro bollette: la proposta dei presidi

La settimana corta viene attuata già in molti istituti. Il Governo aveva detto che chiudere le scuole e usare la Dad per far fronte al caro energia non era mai stata un proposta sul tavolo.

Chiudere le scuole anche il sabato per risparmiare energia: se ne comincia a parlare e le soluzioni sono diverse. Dal ricorso alla dad il sabato alla settimana corta, con più ore di lezione tra il lunedì e il venerdì: tutte alternative pensate per l’emergenza energetica.

Anp: “Si risparmierebbe un sesto del riscaldamento”

Di recente fonti di Governo hanno fatto sapere all’Adnkronos che il tema di chiudere le scuole per far fronte all’emergenza “non è mai stato sul tavolo”. Ma puntualmente se ne torna a parlare come di una possibilità per fronteggiare la crisi energetica. Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, a Omnibus su La7 ha precisato che sono molte le scuole che ricorrono già alla settimana corta: “Chiudiamo le scuole sabato e facciamo più lezione negli altri giorni, allunghiamo le lezioni gli altri giorni per risparmiare circa un sesto della bolletta per il riscaldamento. Più del 50% delle nostre scuole fa già la settimana corta. Bisogna vedere a quanto ammonta questo risparmio”.

Questa possibilità non prevede però riduzioni di orario ma un ripensamento generale sulla programmazione oraria e, come ultima spiaggia, il ricorso alla dad il sabato: “Naturalmente – aggiunge Giannelli –  se si fa così bisogna prevedere una riorganizzazione dei trasporti perché nelle scuole dove si fanno tante ore, come gli istituti tecnici, significa che due giorni si dovrebbe fare dalle 8 alle 15. Non voglio sentir parlare di riduzioni di orario perché pregiudicherebbe il diritto allo studio. Come ultima risorsa al limite il sabato si può fare a distanza. Un conto è stare in Dad per mesi, un conto un giorno su sei”.

No dei sindacati

“Utilizzare la Dad per risparmiare sul caro gas mi sembra pura follia se pensiamo che le linee guida inviate alle scuole per prevedono esclusivamente di aprire le finestre magari con i termosifoni accesi! La scuola è una cosa seria e risparmiare su di essa significa non investire sul futuro del paese. Piuttosto tagliamo sugli sprechi: mi viene in mente il Parlamento i cui termosifoni sono accesi h24 ed è invece frequentato dal martedì al giovedì…e lasciamo stare in pace la scuola”, afferma il segretario della Uil Scuola Giuseppe D’Aprile.

Sulla stessa linea Ivana Barbacci segretaria della Cisl Scuola. “La scuola deve essere l’ultima da prendere in considerazione per procedere con le limitazioni del tempo scuola e con eventuali conversioni delle lezioni dalla presenza alla distanza: si possono abbassare le luci nei centri commerciali, cominciando a tenerli per esempio chiusi la domenica – suggerisce – si possono abbassare i riscaldamenti negli uffici pubblici ma va preservato il diritto allo studio, senza far pagare l’emergenza energia ai giovani”.

“Proposta sbagliata due volte – afferma la Flc Cgil – Intanto la chiusura del sabato riguarderebbe solo alcune scuole, visto che già molte lavorano su 5 giorni: con questo principio quindi se ne ridurrebbe l’orario anche alle altre scuole, sostituendo quel tempo con la didattica a distanza? In secondo luogo oramai tutti affermano che la didattica in presenza è insostituibile. Se quindi la scuola è una priorità per lo sviluppo del Paese, la didattica in presenza è il suo requisito essenziale”.

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