Scuola, per la riapertura a settembre Azzolina convoca un tavolo con Giuseppe Conte

Scuolaarrivano novità da Azzolina sul rientro a settembre , man mano che si va avanti con i giorni aumentano le indiscrezioni e allo stesso tempo l’incertezza su quello che accadrà dopo l’estate. Nodi che forse verranno sciolti già da domani dal momento che la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha annunciato un tavolo per definire il rientro a scuola a settembre, e al quale presiederà anche il presidente del Consiglio Conte. Un passo decisivo per le parti interessate nella polemica sulla riapertura in presenza, su più fronti ancora messa in discussione. La titolare del Miur lo ha annunciato su Facebook. 

Intanto gli studenti si preparano alla Maturità 2020 che sempre nell’incertezza si svolgerà in aula a partire dal prossimo 17 giugno. Irrisolto ancora il problema dei presidenti di commissione in molte regioni. Sarà forse la giornata decisiva per avere qualche novità che sia certa? Non è dato saperlo, ciò che si sa, come comunicato dalla stessa Azzolina qualche giorno fa, è che il rientro a scuola a settembre sarà programmato tenendo conto delle linee guida del Comitato tecnico scientifico. Il documento, come annunciato dalla ministra verrà discusso e dunque anche domani, un giorno che forse, alla presenza anche del presidente Conte, potrebbe portare a una svolta determinante in merito insieme allo stesso decreto scuola in esame alla Camera.

Il decreto, già approvato in Senato, pone al centro, oltre alla conclusione dell’anno scolastico, anche l’avvio del prossimo. Nel testo attualmente in discussione vi è anche il tema caldo dei precari della scuola e del concorso straordinario, la cui procedura di selezione è stata nuovamente modificata e che ha incontrato anche l’opposizione dei sindacati che hanno annunciato lo sciopero per l’8 giugno: “Il sindacato non può essere chiamato come Croce rossa perché mancano i presidenti di commissione agli Esami.  Noi – spiega il segretario Uil Scuola Pino Turi – abbiamo firmato un accordo per svolgere gli esami in presenza e non ce lo rimangiamo, come invece ha fatto il governo con i sindacati I patti si rispettano, ma non possiamo essere chiamati al bisogno dell’Amministrazione” conclude.

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