Una maggiore professionalizzazione nell’ottica dell’ingresso nel mondo del lavoro. E’ questa la richiesta emersa dall’Indagine conoscitiva sulla condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia realizzata da Eurispes e Telefono Azzurro. I genitori, invece, puntano su una visione della scuola come luogo di accrescimento del bagaglio culturale ma anche di valori dei propri figli. Ma sono proprio queste richieste così basilari ad essere disattese.
“I dubbi, le incertezze e i timori che la crisi economica determina sul futuro professionale dei giovani – osserva l’avvocato Andrea Catizone, Direttrice dell’Osservatorio permanente sulle Famiglie dell’Eurispes – ha radicato in loro l’idea che il percorso scolastico abbia come unico scopo quello di portare a un’attività lavorativa, facendo dimenticare completamente che la scuola è anche, e soprattutto, il luogo simbolo dell’educazione e della formazione in senso lato”.
E’ un buon 32% a ritenere che la scuola abbia il compito di preparare gli allievi all’ingresso nel mondo del lavoro. Crescita personale e incremento della cultura al secondo e terzo posto, rispettivamente con un 27.8% e 26.6%. Gli aspetti più “educativi” invece come la trasmissione dei valori e lo sviluppo del senso critico occupano posti marginali. I genitori desiderano, invece, una scuola dove i valori abbiano, per l’appunto, un valore maggiore.
Spinge ancora con forza il desiderio di modernizzazione. Se il 16,1% degli studenti chiede alla scuola più spazio per le materie sportive (con una forte polarizzazione tra i maschi con il 27,7%, a fronte del 9,4% registrato tra le ragazze), il 15,6% degli intervistati vorrebbe dedicare più tempo alle attività pratiche, mentre le nuove tecnologie e Internet stanno a cuore al 13% del campione.
Inoltre, continua il grande interesse per le lingue straniere che conquistano il 12,5% dei ragazzi, un interesse avvertito più dalle ragazze, con il 15,2% del campione, a fronte dell’8,1% registrato tra i ragazzi.
Quando si parla di scuola ideale sono tante le cose che vengono in mente ai ragazzi. Secondo gli studenti, dovrebbe essere più attenta all’ascolto, l’85% la pensa così. Una scuola più accogliente, ma, allo stesso tempo, più severa con i ragazzi violenti, per il 60,8%, e più impegnata nel combattere le discriminazioni, per il 58,8%. In pochi, infatti, vorrebbero una scuola senza stranieri o senza simboli religiosi (rispettivamente il 10,7% e il 18,2% degli intervistati).
Infine il 59,1% dei ragazzi vorrebbe nella sua scuola ideale professori più preparati e competenti, un’esigenza avvertita maggiormente tra gli studenti con un’età compresa tra i 16 e i 18 anni e condivisa fortemente dai genitori.