“Il Cnsu esprime forte contrarietà relativamente alle modalità mediante cui è stato somministrato questo parere, con particolare riferimento a un protratto ritardo che ha provocato difficoltà relativamente alla discussione dello stesso – lo afferma nel pomeriggio la delibera del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, il maggior organo di rappresentanza studentesca del mondo accademico – Per la prima volta dopo undici anni, questo Consiglio si ritrova nella condizione di dover fornire un parere relativamente ad uno schema di riparto del FFO che possiede un’importante contrazione delle risorse nominali”. È l’ennesimo tassello di una giornata iniziata con uno scontro tra ministero dell’Università e della Ricerca e i rettori degli atenei italiani riuniti nell’associazione privata Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) che in mattinata aveva inviato una nota negativa sulla bozza di tagli previsti al Fondo di finanziamento ordinario dell’università.
I rettori: “A rischio sopravvivenza dell’università italiana”
Un taglio nominale di 173 milioni di euro. Che sommato al finanziamento dei piani straordinari e della dinamica salariale significa più di mezzo miliardo in meno a disposizione delle università. La doccia fredda del governo Meloni è contenuta nella bozza del decreto di riparto del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), inviata dal ministero dell’Università e della Ricerca a Cun, Cnsu e Crui.
Ed è proprio la Conferenza dei rettori italiani, riunita in mattinata a Roma, a lanciare l’allarme. “Il provvedimento – si legge nel documenti dei rettori – presenta notevoli elementi di criticità che, se confermate, rischiano non solo di arrestare l’evoluzione virtuosa del sistema universitario nazionale ma di mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell’università statale italiana”. Per i rettori “emerge la preoccupazione che una intera generazione di giovani ricercatrici e ricercatori non abbia prospettive”, e chiedono “una revisione del decreto ministeriale e si raccomanda per il futuro “di voler informare le università e la Crui stessa dei criteri di ripartizione del Fffo prima dell’anno di riferimento e non dopo, perché è ovvio che tutti gli sforzi fatti nella direzione di adattare le politiche degli atenei ai criteri di ripartizione dei finanziamenti vengono così vanificati“.
Il ministro Bernini: “Cifre infondate e allarmistiche”
“A pochi minuti dall’inizio di un incontro in Conferenza dei rettori-Crui programmato da tempo vengono diramate cifre infondate e allarmistiche su presunti tagli agli atenei – lo dichiara il ministro dell’Universià e della Ricerca, Anna Maria Bernini, dopo la nota diramata dalla Crui -. Ad un confronto di merito con il ministro ed il suo staff a documento per il Finanziamento ordinario-Ffo ancora aperto, viene preferita la strada del pregiudizio e della polemica pubblica del tutto pretestuosa. È un comportamento inaccettabile e che preclude, su tali premesse, qualsiasi ipotesi di confronto”.
Il ministero dirama a sua volta una nota nel pomeriggio. “Il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) anche per il 2024 è superiore del 21 per cento rispetto al 2019. Si tratta di oltre 1 miliardo e mezzo in più, passando da 7miliardi e 450 milioni a oltre 9 miliardi e 31 milioni. In riferimento ai rilievi pretestuosi fatti dalla Crui, la Conferenza dei Rettori, si fa presente che il finanziamento dell’FFO per l’anno in corso era noto già da tempo, essendo le risorse inserite in Legge di Bilancio. Si fa inoltre presente che quest’anno e per i prossimi anni non ci sarà alcun taglio ma una sostanziale stabilizzazione del Fondo, per una cifra superiore ai 9 miliardi. A legislazione invariata, infatti, si passerà a un incremento del 2% dal 2024 al 2025, e del 2,35 dal 2024 al 2026”.
Conti (Cnsu): “Se governo tenta di fare i suoi interessi sulle spalle degli studenti non ci stiamo”
Dopo lo scontro a colpi di comunicati tra i rettori e il ministero arriva il parere istituzionale del Cnsu, il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari. Ed è negativo rispetto l’Ffo. Corriereuniv ha raggiunto la presidente del Cnsu Alessia Conti: “I tagli del ministro Bernini incidono su diverse direttive di investimento, ma emerge con forza la mancata volontà di rispondere alle esigenze degli studenti e del sistema universitario. Si taglia ad esempio la quota base del fondo di finanziamento ordinario, gonfiata nella bozza di decreto con gli scarti stipendiali. Questo governo preferisce investire sulla guerra, tagliando i fondi destinati al benessere psicologico degli studenti, nonostante l’importante crisi denunciata da noi negli ultimi anni”.
Se si taglia già prima della fine dei fondi Pnrr come si potrà renderli strutturali come ventilava il governo dopo le elezioni? “Il venir meno dei finanziamenti straordinari del Pnrr sul fondo di finanziamento è una chiara dimostrazione che non è stato fatto un lavoro per rendere strutturale quanto iniziato con il pnrr e questo è vergognoso”, afferma Conti. “Il nostro Paese è penultimo in Europa per numero di laureati e uno studente su sette abbandona l’università dopo il primo anno. È assurdo che la risposta del Governo a tutto ciò sia tagliare sull’istruzione, mettendo in difficoltà gli atenei e magari costringendo alcuni a prendere in considerazione l’idea di chiudere – e conclude -. Se questo governo tenta di fare i suoi interessi sulle spalle di studenti e atenei, noi non ci stiamo”.
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