Lezioni a rischio nelle scuole e all’università. Il mondo dell’istruzione è di nuovo in agitazione. L’associazione nazionale degli insegnanti ha proclamato lo sciopero dei docenti, personale tecnico, ausiliario e amministrativo. Sempre oggi scendono in piazza anche gli studenti che vogliono costruire una nuova scuola. Il personale scolastico protesta contro l’abuso dei contratti a termine, nonostante la procedura di infrazione dell’Unione Europea. Attualmente sono precari un docente su quattro e la metà degli insegnanti di sostegno- dice l’Anief. Ci sono 400mila precari con più di tre anni di servizio che vengono chiamati per le supplenze annuali che non prevedono quindi lo stipendio nelle mensilità estive nè avanzamenti di carriera. C’è poi un invecchiamento del personale docente. Più della metà degli insegnanti supera i 50 anni con un divario generazionale tra alunni e professori.
Lo sciopero degli studenti
Gli studenti invece sfilano in corteo a Roma contro le politiche della presidente del consiglio Meloni. Contestano i tagli all’istruzione, chiedono scuole più inclusive dove si adotti un codice antimolestie verbali e sessuali che preveda sanzioni. Vogliono che conti l’impegno dello studente e non il voto. Chiedono l’università libera da legami con aziende che producono armi. Temono che la nuova legge che introduce misure disciplinari per tutelare l’autorevolezza degli insegnanti, sia in realtà un modo autoritario per punire i dissenso e la protesta studentesca. Gli studenti alle 9 partiranno dalla fermata della metro B Piramide per un corteo contro le politiche della premier Giorgia Meloni e del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara.
Un altro corteo partirà alle 9.30 da piazza San Cosimato. La giornata è stata preceduta da una serie di iniziativa nelle scuole della Capitale: assemblee, incontri, presidi e, in due casi, anche con occupazioni. La prima è scattata al liceo Pilo Albertelli di via Daniele Manin il 6 novembre. Gli studenti sono poi usciti sabato 9, dopo un confronto con la dirigente scolastica. Mentre è ancora occupato il liceo Enzo Rossi di via del Frantoio 4, dove gli attivisti sono entrati lunedì 11, proprio in vista dello sciopero del 15 novembre, ribattezzato anche “No Meloni day”. “La mobilitazione studentesca nazionale sarà solo una tappa del processo che da mesi come studenti abbiamo avviato – spiega Tommaso Martelli, coordinatore dell’Unione degli Studenti -. Un processo verso l’ottenimento di una scuola gratuita, accogliente e in cui la voce degli studenti, in ogni sua declinazione, sia ascoltata”, “Continueremo a scendere in piazza, ma continueremo anche ad attivarci all’intero delle scuole, negli spazi di rappresentanza e di confronto con le istituzioni portando le nostre analisi e rivendicazioni fino a che il ministro non ci ascolterà e non si muoverà per fare in modo che i nostri diritti vengano rispettati”.
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