In piedi sui banchi di scuola con il braccio teso ad imitare il saluto fascista, il tutto in pieno orario di lezione e con il docente che avrebbe dovuto bloccare quei gesti che li definisce “scene folkloristiche”. Sta scatenando un vespaio di polemiche il video diventato virale nei cellulari degli studenti romani girato all’interno dell’istituto “Federico Caffè” di Monteverde a Roma.
A finire nell’occhio del ciclone il prof che ha assistito alla scena, che risalirebbe allo scorso anno scolastico, e che non è intervenuto per quantomeno bloccare l’iniziativa dei ragazzi. Gianfranco Scalabrini, 67 anni ormai prossimo alla pensione, è stato candidato con Alleanza Nazionale e Fratelli d’Italia ma dice che il caso non c’entra nulla con la politica. Il preside dell’istituto però ha già convocato un consiglio di classe straordinario per analizzare questo successo e prendere i relativi provvedimenti. “Questo episodio mi ha turbato, sono sbigottito” ammette il preside Vincenzo Colucci, in passato impegnato presso il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica.
Sul caso è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: “Non appena saranno approvate dal Parlamento le norme sul voto di condotta e sulle sospensioni, episodi di questo tipo saranno sanzionati più severamente rispetto a quanto oggi non possa succedere”.
Il prof Scalabrini però, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, cerca di dribblare le polemiche: “Il preside mi ha chiuso in una stanza senza farmi chiamare il mio avvocato e mi ha accusato di cose mostruose che non erano vere. Poi, siccome mi hanno dato del fascista, ho fatto una Pec, perché mi ritenevo offeso, e gli ho detto che come, forma di protesta civile, sarei andato in camicia nera tutti i giorni – ha detto il docente – Io entravo in classe e i ragazzi facevano così, ma lo facevano anche prima. Era una cosa folkloristica. Sono ragazzi con disagi, esprimevano la loro ribellione a questo sistema. Il preside ha compiuto un abuso nei miei confronti. Io fascista? Sono amico di brigatisti rossi e di Prima Linea. Sono un militante monarchico e conoscevo Umberto d’Aosta. Col fascismo non c’entro”.
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