Roma, libri di scuola nuovi buttati nei cassonetti. “Colpa degli editori”

A Lungotevere Oberdan cataste di volumi scaricati in strada da studenti e librai. La denuncia: “Nessuno li vuole perché aggiornano continuamente i testi, anche di autori morti”.

Si avvicinano anche in pieno giorno e riversano cataste di libri scolastici anche di un anno nei cassonetti. Non è una protesta ma una pratica “normale” fatta dagli studenti che scaricano i propri libri usati sul Lungotevere Oberdan, teatro del mercato del libro scolastico usato più noto a Roma.

Aggiungono i propri libri scolastici a quelli che giacciono in un enorme e sgangherato cumulo. “Matematica attiva”, “Mondi o civiltà”, “Tutte le voci del mondo”, “High Spirits”. Difficile leggere tutti i titoli delle decine e decine di volumi nuovi gettati alla rinfusa davanti ai secchi vicono al fiume. Ogni giorno qui finiscono nel secchio e a terra centinaia e centinaia di volumi. La pratica è denunciata dalla storica Associazione Librai Lungotevere Oberdan che raggiunta da Corriereuniv.it afferma: “Vengono pubblicate nuove edizioni anche di testi i cui autori sono defunti. Di anno in anno la situazione peggiora, ora il tempo di vita di un libro scolastico si è assottigliato fino a due, tre anni. Cambiare una virgola significa cambiare il codice a barre, molti studenti hanno paura della reazione dei professori, davanti ai codici a barre vecchi. Ogni anno buttiamo a nostra volta migliaia di libri”.

Con il caro libri che aumenta anno dopo anno, sempre più famiglie cercano l’usato. E mercati come questo fanno spesso la differenza quando per ogni studente una famiglia può spendere fino a mille euro ad inizio ciclo scolastico. “Incoraggiamo ad acquistare i classici come “I promessi sposi” di seconda mano, ma per quanto riguarda i manuali la situazione è drammatica e il covid l’ha peggiorata. Molti studenti con la dad hanno usato meno libri, i docenti non sono riusciti a finire i programmi, questo ha generato un rallentamento e un conflitto ancora maggiore con le ristampe – spiegano a Corriereuniv.it -. Vent’anni fa il nostro lavoro aveva un senso, una famiglia con tre figli di età scolare riusciva a far circolare in casa gli stessi testi, oggi è insostenibile”.

Ma il contenuto di questi testi in continuo aggiornamento cambia? Non sempre e spesso, se lo fa, non a ragione. Specialmente in un momento storico segnato dall’inflessione e dalla stagnazione, mentre ci si prepara a adottare una drastica riduzione dei consumi domestici, ad abbassare la temperatura negli appartamenti durante i mesi invernali e a razionalizzare spese fino a ieri quotidiane e intoccabili queste immagini diventano ancora più gravi, ancora meno tollerabili.

Il pur apprezzabile contributo di 200 euro per le superiori e 150 per le medie per le famiglie che hanno un reddito entro i 30 mila euro sancito dalla Regione non risarcisce il concetto, assurdo e disonesto, che regola questo sistema e penalizza i librai e le famiglie, ma soprattutto gli adolescenti, indotti al consumismo spasmodico anche in un ambito, quello della cultura e dell’istruzione, che dovrebbe incoraggiare la condivisione dei saperi in modo inclusivo e accessibile.

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