Risultati prove INVALSI: varianza tra scuole

Sono disponibili gli esiti delle prove INVALSI, elaborati su un campione di oltre 40mila studenti.

Sono disponibili gli esiti delle prove INVALSI, elaborati su un campione di oltre 40mila studenti, appartenenti a tutte le oltre 140mila classi oggetto della valutazione. Le rilevazioni, svolte alla presenza di un osservatore esterno dell’INVALSI, hanno coinvolto quest’anno quasi 3 milioni di studenti e, per la prima volta, sono state affrontate anche nella scuola secondaria di II grado.

Nel I ciclo di istruzione è emersa con chiarezza una sensibile riduzione delle mancate risposte, segno della progressiva abitudine degli studenti a misurarsi anche con prove standardizzate, elaborate in modo coerente con le Indicazioni nazionali dei diversi cicli di studio. Gli esiti positivi, inoltre, si riscontrano soprattutto nelle domande aperte dove i ragazzi devono fornire motivazioni e giustificazioni, mostrando di aver realmente compreso ciò che è stato loro richiesto.

L’analisi degli esiti delle prove dimostra che i ragazzi, soprattutto in matematica, rispondono meglio alle domande in cui si fa riferimento a competenze di base, acquisite anche nei cicli precedenti, in cui sono chiari il senso del quesito e la competenza a cui esso si riferisce.

I risultati delle prove della secondaria superiore sono perfettamente coerenti con quelli delle rilevazioni OCSE-PISA che accertano competenze non strettamente collegate, come invece quelle INVALSI, al quadro degli ordinamenti scolastici nazionali. In coerenza con i dati OCSE si confermano progressivamente, nel passaggio dal primo al secondo ciclo, i fenomeni di “varianza tra scuole”, cioè le differenze nei risultati medi tra scuole e non all’interno della singola scuola, come invece sarebbe fisiologico.

Si conferma in linea di massima una tripartizione dei livelli di risultato tra Nord, Centro e Sud, con un significativo trend di miglioramento però in Puglia e, in parte, anche in Abruzzo e Basilicata.

In particolare nelle regioni settentrionali, dove gli esiti delle prove sono in genere migliori, si riscontra una sostanziale equivalenza dei risultati di matematica tra i licei e gli istituti tecnici, che smentisce la presunta maggiore efficacia formativa dei licei rispetto all’istruzione tecnico-professionale.

Questo risultato è particolarmente positivo perché le competenze in matematica sono più strettamente legate all’azione della scuola, rispetto a quelle linguistiche che risentono maggiormente dell’ambiente familiare di origine.

Un risultato positivo, sempre nella scuola del primo ciclo, è il buon uso che i gli studenti dimostrano di saper fare del dizionario, strumento fondamentale per la padronanza scritta della lingua italiana.

“Puntiamo con decisione sulla valutazione, così come nei migliori sistemi scolastici internazionali. – ha dichiarato il ministro Mariastella Gelmini – E’ l’unico percorso in grado di modernizzare il nostro sistema scolastico. Un percorso lungo, ma necessario. Incoraggianti i dati che emergono da alcune regioni del Centro-Sud”.

Italiano
In linea generale, i ragazzi che hanno sostenuto le prove sembrano trovare più facili le domande relative ai testi narrativi rispetto a quelle dei testi espositivi e argomentativi, specie se discontinui, in cui viene richiesto anche di interpretare dati e grafici funzionali all’esposizione dei contenuti del testo. Buoni gli esiti degli studenti sulle domande che richiedono la corretta interpretazione di una voce del dizionario, competenza molto importante per un uso corretto della lingua. In alcuni casi, invece, gli studenti sembrano incerti nella punteggiatura e dei tempi verbali.

Matematica
Un dato positivo che emerge in tutte le prove del primo ciclo d’istruzione è la forte riduzione delle omissioni degli studenti nelle domande aperte che richiedono di motivare o argomentare una risposta. Nella scuola secondaria superiore, invece, si riscontra ancora una certa tendenza a saltare le domande a risposta aperta. Un dato che contraddice la convinzione secondo cui le domande a risposta chiusa penalizzerebbero maggiormente gli studenti, perché meno usate nella nostra scuola.

Differenze territoriali

Anche le prove di quest’anno scolastico evidenziano alcune differenze territoriali. In genere, nelle regioni settentrionali si registrano risultati più che soddisfacenti rispetto a quelli raggiunti nel Sud. Tuttavia, è molto incoraggiante il risultato di alcune regioni del Mezzogiorno, come la Puglia e, in parte, l’Abruzzo. La Puglia infatti conferma, in quasi tutti i livelli scolastici, risultati che si allineano alla media nazionale.

Le prove della scuola secondaria di secondo grado evidenziano una differenza, a volta anche considerevole, tra gli indirizzi di studio.

Gli esiti complessivi delle prove della scuola secondaria superiore sono perfettamente coerenti con quanto è emerso dalle prove PISA 2009. Si tratta di un molto importante, poiché conferma la validità dei test proposti dall’INVALSI con la differenza, rispetto alle rilevazioni PISA, che fra qualche mese gli esiti saranno a disposizione di ciascuna scuola. In questo modo ogni singolo istituto potrà iniziare un percorso di analisi e di approfondimento.

Le prove INVALSI dell’anno scolastico 2010/2011 si sono svolte nelle prime settimane di maggio e si sono concluse il 20 giugno 2011 con la Prova nazionale nell’ambito dell’esame finale della scuola media.

A partire dal 2008 l’INVALSI ha progressivamente realizzato il sistema di rilevazioni annuali nelle classi II e V della scuola primaria, nella I e III della secondaria di primo grado e, a partire da quest’anno, nella II classe della scuola secondaria di secondo grado.

L’obiettivo è misurare i livelli di apprendimento in due ambiti cruciali per la formazione dei giovani: la comprensione della lettura e la matematica. Quest’anno le prove si sono svolte in tutte le scuole del Paese, statali e paritarie, coinvolgendo oltre 2.800.000 ragazzi.

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