Riforma istituti tecnici e professionali, l’iter continua ma mancano ancora i decreti attuativi

Continua alla Camera l’iter del disegno di legge sulla riforma degli istituti tecnici e professionali che prevede l’introduzione del nuovo modello 4+2. Dopo aver ricevuto l’ok del Senato, l’approvazione definitiva sembra essere ormai prossima anche se ci sarà bisogno di altri passaggi dopo l’approvazione definitiva in Parlamento: in particolare servono, tra le altre misure, due decreti attuativi che il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara deve emanare di concerto con altri ministeri e previa intesa in Conferenza unificata. Solo dopo la riforma degli istituti tecnici potrà essere definitiva.

Nell’anno scolastico appena concluso sono 171 gli istituti tecnici e professionali, per 193 corsi, che, al termine dell’istruttoria condotta dalla commissione tecnica del Ministero dell’Istruzione e del Merito, sono stati ammessi alla sperimentazione della nuova istruzione tecnica e professionale. Le scuole hanno presentato, alla luce del progetto nazionale, le loro candidature per la riduzione da 5 a 4 anni del percorso di studi, che consentirà l’accesso poi agli ITS (2 anni), in una filiera organica, ma anche all’università o direttamente al mondo del lavoro.

Sulla riforma continuano le critiche da parte delle opposizioni. “Gli studenti saranno accompagnati ad entrare in azienda dopo il diploma senza alcuna aspettativa su diritti e retribuzione, dopo anni di stage gratuiti – ha detto il deputato del M5S Gaetano Amato durante la discussione in aula – Addirittura, i percorsi formativi saranno indicati dalle aziende, che così siederanno direttamente in cattedra. Non è previsto un solo euro per incentivare i laboratori dentro le scuole, in compenso nel Ddl si parla di ‘filiera’ e ‘addestramento’, ‘percorsi didattici per rispondere alle esigenze del settore produttivo’, senza che le imprese versino per la scuola un solo euro”.

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