Rientro a scuola il 7 gennaio: per superiori didattica a distanza potrebbe salire al 50%

Oggi ne discuteranno governo e presidenti di Regioni in una riunione straordinaria della Conferenza Stato-Regioni

Per ora una data c’è: è quella del 7 gennaio. Ma per il ritorno a scuola le incognite restano tante. Tutt’altro che certo, infatti, che le scuole superiori torneranno in presenza al 75%, come previsto a inizio dicembre. La curva epidemiologica preoccupa ancora e il nodo trasporti sembra tutt’altro che sciolto. Così, seppure la data del 7 gennaio resti in piedi, il rientro a scuola potrebbe essere parziale e graduale. Al momento l’ipotesi più probabile semberebbe quella di un ritorno alla didattica in presenza al 50%. Oggi ne discuteranno governo e presidenti di Regioni in una riunione straordinaria della Conferenza Stato-Regioni. Anche se ogni decisione potrebbe essere rinviata ai primi di gennaio, quando si avrà un quadro più preciso sui contagi e sugli effetti del periodo natalizio.

Il governo promette di essere pronto a mettere sul tavolo nuovi fondi per andare incontro alle Regioni sui servizi del trasporto pubblico aggiuntivo nelle fase orarie più critiche per gli studenti. Il nodo principale, infatti, resta proprio quello dei trasporti: con la ripresa della scuola la capienza al 50% dei mezzi pubblici diventerebbe inevitabilmente un problema. Le Regioni si impegnano, invece, a istituire un percorso preferenziale per i tamponi degli studenti, evitando che le scuole rimangano chiuse troppo a lungo per il tracciamento degli studenti. Altro impegno è quello di riorganizzare gli orari delle scuole, ma anche di altre attività e dei negozi, per evitare affollamenti sui mezzi di trasporto negli orari di punta.

Il confronto riguarda soprattutto la percentuale di didattica a distanza per le scuole superiori. Regioni, province e comuni puntano a ridurre il rientro in presenza, attualmente previsto al 75% dal 7 gennaio. Le Regioni chiedono una deroga da stabilire a livello provinciale, in caso di necessità. Più drastiche province e comuni, che puntano a una didattica in presenza non oltre il 50%. La linea verrà decisa oggi. Mentre non sembra rientrare nel protocollo di oggi l’eventuale prolungamento delle lezioni fino alla fine di giugno di cui si era parlato negli scorsi giorni. Su questo tema prima di prendere una decisione bisognerà capire come andrà il rientro a gennaio in classe.

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