«Dobbiamo allenarci per competere in Europa. Ma questo non avviene sostenendo singole eccellenze». Lo afferma il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, intervistato dal Sole 24 Ore sul futuro della ricerca in Italia, in vista del programma Horizon 2020.
Il ministro interviene all’indomani di una lettera aperta indirizzatagli dalle colonne dello stesso quotidiano dal direttore della Scuola Normale superiore e dal direttore della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa sui temi della ricerca e sui bandi per i progetti di ricerca di interesse nazionale.
«Intendiamo corresponsabilizzare le università – aggiunge Profumo, riferendosi alla selezione dei progetti finanziabili – selezionino i progetti e presentino poi i migliori alla valutazione. I posti sono limitati per i coordinatori di progetto ma non per i partner. È qui che il Paese deve crescere. La parte italiana del Prin (Progetti di ricerca di interesse nazionale) può valere circa 1,6 miliardi l’anno. Vogliamo perderla? Non si tratta di creare cordate ma gruppi di progetto, veri e propri team in grado di interagire al meglio».
Il ministro auspica che il prossimo biennio sia una «palestra» in cui ci si alleni a tempi veloci per le selezioni dei progetti e alla creazione di collegamenti internazionali, mentre gli obiettivi per il futuro della ricerca saranno concentrati sulla «formazione e l’informazione». Quanto ai concorsi per l’università, Profumo definisce «decisiva» l’autonomia degli atenei «per determinare la quota premiale». E nel caso dei concorsi per la scuola immagina «due canali di reclutamento: uno più grande con le persone in graduatoria – precisa il ministro – l’altro, più piccolo, per i giovani». «Il 2012 non potrà essere un anno con più fondi – aggiunge Profumo – Non ci saranno tagli ma dovremmo pensare ad una reingegnerizzazione delle risorse, evitando sprechi e inefficienze».
Fonte: Ansa