Ricerca, per la svolta servono almeno 30mila nuove assunzioni. Il ministro: “Cambiare rotta sugli investimenti”

Dopo l’assegnazione del Nobel per la fisica a Giorgio Parisi, la ministra dell’Università Maria Cristina Messa fa il punto della situazione. “Ricerca può fare tanto per il Paese ma servono nuove risorse”.

La scienza è un “settore che può fare tanto e mettere l’Italia in prima linea come paese. Sto lavorando molto, e credo che con me ci siano una parte del Governo, che concorda sull’importanza di cambiare rotta sugli investimenti in ricerca”. Lo ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, in diretta a “24 Mattino” su Radio24, all’indomani dell’assegnazione del Nobel per la Fisica a Giorgio Parisi.

“Al momento abbiamo varie linee generali nella prossima Finanziaria, dove ho puntato ad avere un piano quinquennale per il reclutamento del personale per università ed enti ricerca, che ci riporti ad un numero di persone che renda la ricerca più forte nel nostro Paese – ha continuato la ministra – Sulla base dei calcoli fatti, in base al numero di docenti e studenti, abbiamo visto che servirebbero 30.000 persone in più rispetto ad oggi, tra docenti, ricercatori e personale amministrativo, tenendo conto anche di un turn over al 100%. In termini economici, se si mette tutto insieme anche il turn over, si tratta di circa 2 miliardi alla fine dei 5 anni”.

“La manovra di quest’anno – ha aggiunto – è intorno ai 200 milioni, perché abbiamo appena fatto un piano straordinario dei ricercatori di tipo B che non si è ancora concluso. Ora dobbiamo ritrovare e riformare la platea di persone che possono concorrere, chiudere con ricercatori di tipo B che hanno il termine assunzione a ottobre e nel 2022, e poi ripartire, cosa che dipenderà anche da come si evolverà il disegno di legge al Senato per il ruolo” ha concluso.

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