Studenti e atenei lamentano tagli al Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) che, secondo le tabelle del Mur, si attestano a 173 milioni, il 2% in meno rispetto al 2023. E’ stato pubblicato in questi giorni il decreto che disciplina i Criteri di ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) delle Università Statali e dei Consorzi interuniversitari per l’anno 2024. “Il clima tra ministero e rettori, dopo un primo irrigidimento, poi è stato ed è di forte dialogo. Era previsto da mesi un taglio significativo, su come spalmarlo sulle varie voci si sta ragionando e lavorando insieme”, dice all’Ansa Francesco Bonini, rettore della Lumsa. E’ convinzione comune infatti che i parametri di riparto del Fondo di finanziamento ordinario siano troppo vecchi e rigidi.
“Sarebbero serviti almeno 500 milioni soltanto per recuperare l’inflazione del 2023. Invece il governo sceglie di andare nella direzione opposta e tagliare sull’istruzione terziaria”, recrimina l’Udu, l’Unione degli universitari. A lanciare l’allarme sono anche i rettori di Firenze, Pisa e Siena: “A farne le spese è il funzionamento delle nostre Università e la ricerca”, dicono all’unisono. Le quattro università delle Marche avranno minori fondi per una percentuale di oltre il 3%, denuncia la Flc Cgil. “Rispetto all’anno precedente, i fondi destinati a alle Università subiranno una riduzione di 1,5 milioni per Udine e oltre 3 milioni per Trieste, con una diminuzione rispettivamente dell’1,8% e del 3,07%: questi pesanti tagli mettono in grave difficoltà gli atenei, compromettendo la possibilità di mantenere elevati livelli nell’offerta formativa e di sostenere adeguatamente la ricerca”, fa sapere Furio Honsell, ex rettore dell’Università di Udine.
La replica del ministro Bernini sul finanziamento
La ministra dell’Università Anna Maria Bernini però non ci sta: “Quest’anno le Università italiane riceveranno oltre 9 miliardi di finanziamento, in aumento del 21% rispetto al 2019. Risorse importanti che richiedono un impiego responsabile, con target precisi e una programmazione sostenibile di lungo periodo”, afferma. Quest’anno il Fondo non beneficia del contributo straordinario ricevuto nel 2023 e legato al Pnrr e torna a valori standardizzati, comunque superiori al 2022. Il Mur assicura che lavora ad un nuovo aumento dei fondi già dal 2025. Oltre al Fondo di finanziamento ordinario, gli atenei statali italiani hanno ricevuto altri contributi. Tra queste spiccano i quasi 11 miliardi di euro messi a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), destinati al periodo 2022-2026, e dal Piano nazionale per gli investimenti complementari (Pnc).
Leggi anche altre notizie su CorriereUniv
Seguici su Facebook e Instagram