“Sulla buona scuola abbiamo fatto qualche pasticcio”: ad ammetterlo è lo stesso premier, Matteo Renzi, in un intervento alla scuola di formazione politica del Pd, la scorsa domenica, riportato da Il Corriere della Sera.
“Qualche pasticcio” che, oltre alle contestazioni da parte di buona parte del mondo scolastico e dei sindacati, sta portando allo slittamento del tanto atteso concorsone che porterà in cattedra oltre 63 mila nuovi professori e che circa 200 mila potenziali candidati attendono dal 1° dicembre, data indicata per la pubblicazione del bando dal testo della Buona Scuola.
“Uno dei temi in ballo è mettere o meno una o due domande di inglese e c’è una discussione vera e accesa – ha spiegato il premier – Sembra una piccola cosa, ma andarla a cambiare potrebbe portare un prof di matematica a essere bocciato pur essendo molto in gamba”. “Non è un tema semplice – ha continuato Renzi – Se lo aprissimo qui credo che saremmo divisi a metà: da un lato uno dice “A me insegnante precario per dieci anni lo Stato ha dato aspettative ma non ha insegnato a parlare inglese”; dall’altro c’è chi dice “Sì, ma fuori di qui il mondo chiede modifiche””.
Ma, intanto, i tempi continuano a slittare: se il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini aveva indicato il 1° febbraio come termine ultimo per la pubblicazione del Bando, adesso, sia il sottosegretario Davide Faraone che la senatrice Francesca Puglisi, affermano che il testo potrebbe essere in Gazzetta Ufficiale entro fine mese, in tempo per espletare la prima prova entro marzo.
Il nodo dell’inserimento dei quesiti in inglese, tuttavia, rischia di essere un ostacolo difficilmente superabile: secondo i sindacati di settore, si tratta di un cambio delle regole, perché mai prima d’ora, un concorso per l’assunzione di nuovi docenti nella scuola italiana aveva richiesto la conoscenza di una lingua straniera come requisito indispensabile.
Scettico anche il Consiglio superiore per la pubblica istruzione che ha chiesto di limitare il numero massimo di domande in lingua ad 1 (al momento, ne sono previste 2 sulle 8 totali): “Ed è su questa linea che il ministero sta lavorando – ammette Puglisi – In queste ore si discute se lasciare due domande obbligatorie o una obbligatoria e una facoltativa, con un “premio” in termini di punteggio”.
Rimane, tuttavia, la necessità di una conoscenza approfondita della lingua, almeno a livello B2:”Sulla questione dell’inglese, io personalmente penso che gli insegnanti debbano saperlo bene, anche se la materia che insegnano è il Latino, o il Greco – continua la senatrice Pd – Altrimenti non si capisce perché dovremmo promuovere l’interdisciplinarietà tra le materie”.
Renzi ammette: "Sulla Buona Scuola abbiamo fatto qualche pasticcio"
2 comments
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In merito alla conoscenza della lingua inglese io concordo. Qualsiasi disciplina insegniamo,il livello B2 ci permetterebbe di lavorare in interdisciplinarieta’ che è l’unico modo per un apprendimento non settoriale… Siamo in Europa. Purtroppo la lingua della comunicazione trasversale è l’inglese. … Se fosse un’altra lingua… Lo penserei allo stesso modo!
Ci sono insegnanti precari bravissimi che non conoscono la lingua inglese
a livello B2 e insegnano da 10 e più anni. La lingua inglese si impara in un anno, per la professionalità ci vuole molto tempo, la capacità di trasmettere sapere e valori o ce l’hai o non ce l’hai con o senza lingua inglese. Conosco persone coltissime che non sanno trasmettere nulla.