Reclutamento docenti, il flop dei concorsi: 1 prof su 4 è ancora precario

I dati del Ministero dell’Istruzione rivelano come il numero degli insegnanti con un contratto a tempo determinato negli ultimi sette anni sia aumentato del 224%. I sindacati spingono sull’urgenza di basare il reclutamento anche sulle graduatorie provinciali di supplenza (Gps).

Non sono bastati i concorsi (spesso criticati) dell’era Bianchi: i docenti precari nella scuola italiana sono ancora uno su quattro con un incremento addirittura del 224% negli ultimi sette anni. I dati provengono dal Portale scuola del ministero dell’Istruzione e del Merito per il 2021/22 riportati oggi dal Resto del Carlino. Nel 2022 i contratti a tempo determinato – su un totale di circa 900 mila posti di docente assegnati – sono stati 225mila con un tasso di precarietà che ha raggiunto il 25%.

A partire dall’anno scolastico 2015/16, i posti complessivamente assegnati a docenti con contratto a tempo determinato sono più che raddoppiati: dai 100.277 posti del 2015/16 si è passati l’anno dopo a 125.832 per continuare in un crescendo continuo fino ad arrivare ai 224.958 del 2021-22, cioè un più 224%. E, per il futuro, le previsioni non sono delle migliori.

Nell’anno scolastico in corso sono ancora 240mila posti occupati da docenti precari nelle aule scolastiche, ovvero un quarto di tutti gli insegnanti in servizio. I sindacati chiedono che accanto alla strada dei concorsi venga percorsa quella del cosiddetto “doppio canale” andando a reclutare dalle graduatorie provinciali di supplenza (Gps) i docenti necessari. A scontare maggiormente la discontinuità determinata dal precariato dei docenti sono soprattutto gli studenti con disabilità: nell’anno scolastico in corso il 59% di loro ha già cambiato insegnante di sostegno.

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