Quali sono le università che danno più opportunità di lavoro?

ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITA’ DI BOLOGNA. SCUOLA DI INGEGNERIA DI VIA RISORGIMENTO, BOLOGNA. ARCHIVIO AFFARI GENERALI – SETTORE COMUNICAZIONE ALMA MATER STUDIORUM FOTOGRAFIA DI ANDREA SAMARITANI 4 GIUGNO 2013

Anni passati sopra i libri, tanti esami superati e poi? E poi una nuova jungla, quella lavorativa, si spalanca davanti ai neo laureati. Ma quali sono allora le università che offrono più chance di lavoro? La think-tank della formazione universitaria QS Quacquarelli Symonds, che ogni anno firma il QS World University Rankings, ha valutato 758 atenei nel mondo rispetto alla loro capacità di favorire sbocchi occupazionali ai propri laureati. Domina il Mit (Massachusetts Insitituteof Technology), primo anche nella classifica generale, seguito da Stanford e dalla University of California di Los Angeles (Ucla).
Le italiane? Sono sedici le università che hanno scelto di partecipare all’edizione 2020 del QS Graduate Employability Rankings. Dunque si tratta di una ranking parziale che giudica gli atenei che hanno aderito nel contesto semmai più internazionale. Prima si conferma il politecnico di Milano(41esimo), che é quinto al mondo nell’indicatore “Graduate Employment Rate” (proporzione dei laureati occupati a dodici mesi dalla laurea), sebbene perda cinque posizioni rispetto al 2019. Il politecnico si posiziona inoltre sedicesimo per la quantità e qualità delle partnership stabilite con le aziende, mentre l’università di Bologna ottiene il 18esimo posto nello stesso indicatore e sale all’84esimo posto nella classifica facendo un consistente balzo in avanti (era nella fascia 111-120 nel 2019).
Guadagna cinque posizioni la Sapienza, che si classifica al 93esimo posto. Il politecnico di Torino cresce (da 121-130 a 111-120) e l’università Cattolicadel Sacro Cuore segue a ruota scivolando invece un poco indietro (da 101-110 a 121-130).
Soddisfatto il rettore di Bologna Francesco Ubertini: “Si tratta di un risultato che premia l’intenso lavoro fatto in questi anni su quattro fronti cruciali: l’innovazione della didattica, l’offerta di nuovi corsi per lo sviluppo delle competenze trasversali, il potenziamento della dimensione internazionale dell’Ateneo, il rafforzamento continuo dei rapporti con le istituzioni pubbliche e private del territorio”.
“La competenza premia”, afferma il rettore del politecnico di Milano che guida anche le italiane nella classifica generale.  “Nonostante una forte competizione internazionale, i ranking continuano a premiarci – dichiara Ferruccio Resta – Questo è per noi un ottimo segnale, un indicatore che misura positivamente la qualità dei nostri laureati. Che conferma come le scelte fatte dall’ateneo in tema di formazione trovino corrispondenza da parte delle imprese. Che riconosce le innovazioni introdotte in termini di nuovi contenuti e modalità di erogazione. Il Politecnico di Milano si adopera per dare ai propri studenti una preparazione di base solida, coniugata a specializzazioni e ad approcci interdisciplinari, che è l’unico vero biglietto da visita nel mondo del lavoro”.
In classifica tra le prime 250 ritroviamo poi l’università di Padova (nella posizione tra 151-160), seguita da Pisa (161-170) e dalla Statale di Milano(201-250). Tutte e tre le università migliorano le loro posizioni rispetto alla precedente edizione. In generale si nota un avanzamento delle italiane sul fronte delle chance di occupabilità per i laureati. Mantengono la posizione (201-250) le università di Torino e di Trento.
La Federico II di Napoli si posiziona nella fascia 251-300. Nella fascia 301- 500 le università italiane entrate nel ranking (parziale come numero di atenei) sono Ca’ Foscari, Pavia, Tor Vergata, Milano-Bicocca e Verona.
“L’aspetto interessante della classifica è la dimostrazione che – escluse le prime due – non esiste una correlazione perfetta tra le università che dominano il nostro World University Rankings e quelle che eccellono in questa” osserva Ben Sowter, direttore della ricerca di QS. “La missione delle università varia e alcune investono notevoli risorse per aiutare i propri studenti ad entrare con successo nel mondo del lavoro. Per esempio, nel contesto italiano, l’università Cattolica, che nella nostra classifica principale è nella fascia 511-520, in questa valutazione è tra le prime 120 al mondo”.
Nel QS Graduate Employability Rankings 2020 la migliore università in Europa è Cambridge, seguita da Oxford (decima), dall’Eth di Zurigo (17esimo posto) e dalla francese Ecole Polytechnique (18esima), mentre tra le asiatiche si afferma la cinese Tsinghua University (sesto posto). Harvard è quinta, Cambridge ottava.
Questa classifica utilizza cinque indicatori: la reputazione delle università secondo l’opinione di oltre  44.000 datori di lavoro nel mondo tramite sondaggio; i dati di 29.000 individui di successo per capire quali università producono leader e influencer; le partnership stabilite dalle università con recruiter locali e internazionali; la presenza di aziende nel campus per reclutare talenti; la percentuale di occupati entro dodici mesi dal conseguimento della laurea.

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