Protesta anti-Bologna in Spagna

plaza.jpgOmologazione, no grazie. Gli studenti spagnoli sono scesi in piazza qualche giorno fa contro il Piano Bologna per l’omologazione dello Spazio europeo di educazione superiore. Migliaia di universitari hanno manifestato in varie città spagnole scandendo lo slogan: “Per un’università pubblica non mercantilizzata, dibattito pubblico reale”.
I coordinamenti degli studenti hanno radunato tutti i ragazzi in cortei di protesta organizzati a Barcellona e a Madrid, dove gli universitari si sono concentrati davanti alla sede del ministero per l’Educazione. Non è un caso che gli studenti protestino in questi giorni: il governo ha appena lanciato la campagna informativa sui vantaggi dell’iniziativa europea che punta alla omologazione dei titoli e della docenza universitaria in tutta Europa entro il corso accademico 2010-1011.
Madrid. Il coordinatore generale del partito di sinistra Isquierda Unida, Cayo Lara, ha partecipato al corteo della capitale per esprimere il proprio sostegno alla mobilitazione e ha proposto al governo un referendum consultivo aperto, con l’avvio di un dibattito pubblico nelle università spagnola sulle conseguenze dell’applicazione del Piano Bologna.
Barcellona. Circa 6.000 studenti, secondo fonti del Coordinamento dell’Assemblea di studenti citate dall’agenzia Efe, hanno partecipato al corteo, che ha raggiunto il campus della Cittadella dell’Università Pompeu Fabra, dove duemila manifestanti hanno occupato l’ateneo, per tenervi nel prossimo fine settimana un dibattito sul futuro dell’università.
Il sostegno dei prof. Non è mancato il sostegno dei docenti. Un centinaio di cattedratici, professori e ricercatori di 24 università pubbliche spagnole, fra le quali il filosofo, scrittore e saggista Fernando Savater, hanno sottoscritto “pienamente i motivi” della protesta anti-Bologna in un manifesto a favore della mobilitazione. “La società spagnola – è detto nel manifesto citato nella pagina web della Facoltà di Filosofia dell’Università Complutense di Madrid – deve sapere che, lungi dal trattarsi di energumeni antisistema o adolescenti disinformati, gli studenti del movimento anti-Bologna sono, al momento, gli unici membri della comunità universitaria con la lucidità, la responsabilità, il coraggio e la generosità sufficienti per difendere in maniera inflessibile il concetto stesso e le condizioni di esistenza di un autentico sistema di insegnamento superiore”.

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