Prof ucciso a scuola, bidello confessa: “Ammazzato per un prestito di 1.400 euro”

Ha confessato di aver commesso l’omicidio di Marcello Toscano, insegnante di sostegno della scuola media “Marino Guarano” di Melito (Napoli), trovato morto la sera del 27 settembre scorso nel cortile della scuola. Secondo quanto riporta il Corriere del Mezzogiorno, Giuseppe Porcelli, collaboratore scolastico sottoposto a provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Napoli Nord due giorni dopo il ritrovamento del corpo senza vita dell’insegnante, ha ammesso di aver assassinato Toscano a colpi di coltello.

La confessione

La confessione venerdì pomeriggio, nel corso di un interrogatorio durato quasi novanta minuti, più volte interrotto dalle lacrime: è stato lui ad ammazzare l’insegnante nella ex casa del custode, ora adibita a deposito, all’interno dell’istituto scolastico dove entrambi lavoravano. Il movente sarebbe da individuare in un prestito di 1.400 euro fatto dal professore al bidello, ma sono ancora molti gli elementi da accertare.

Il bidello ha risposto alle domande del pm di Napoli Nord Fabio Sozio, che con la procuratrice Maria Antonietta Troncone coordina le indagini dei carabinieri, alla presenza del suo difensore di fiducia, l’avvocato Giovanni Edoardo Aprea. E chiesto scusa per il suo gesto alla famiglia del professor Toscano. Adesso le sue dichiarazioni passano all’esame dei magistrati che dovranno vagliarle e verificarle. L’indagato ha escluso di aver agito con premeditazione e ha sostenuto di aver ucciso il professore per contrasti di natura economica legati alla restituzione di un prestito ricevuto dalla vittima. Porcelli ha aggiunto di aver colpito Toscano con un coltello trovato all’interno del deposito. Anche su questa circostanza, come sulle dichiarazioni relative al movente, dovranno essere effettuate le verifiche degli inquirenti.

Un gesto premeditato?

Si attende il deposito dell’autopsia ( da un primo esame è emerso che l’assassino ha colpito l’insegnante circa quaranta volte) ed è in corso la consulenza sul telefonino di Porcelli. Tutti elementi indispensabili per definire il quadro investigativo. Ma con la confessione, il caso può dirsi ormai praticamente chiuso.

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