Avrà dodici punti in più di punteggio e anche un risarcimento economico di diecimila euro: ecco cosa ha deciso la Corte d’Appello di Milano per Federica Cincotti, 30 anni, la professoressa di matematica e scienze che aveva fatto ricorso contro l’algoritmo per l’assegnazione della cattedra nel 2023. “Questa vittoria è un risultato storico per Uil Scuola Lombardia e per tutti i docenti che da anni subiscono le conseguenze di un algoritmo iniquo e inefficiente”, dice Abele Parente, segretario della Uil Scuola Rua Lombardia, che ha assistito legalmente la docente.
L’errore dell’algoritmo
La docente, che sperava in un contratto a tempo determinato presso l’istituto Gentileschi, e che aveva un punteggio complessivo di 62, si è vista scavalcare in terza convocazione da insegnanti con punteggio inferiore (55,5 e 56) perché la procedura informatizzata, considerando il suo caso già “trattato” nelle precedenti convocazioni, l’ha letteralmente “saltata”. “Il Ministero appellato- scrivono i giudici della Corte d’Appello confermando così la sentenza del tribunale di Milano – mediante la procedura informatizzata ha quindi, automaticamente – e illegittimamente – pretermesso, senza alcuna valida motivazione, la posizione dell’appellante” che invece “aveva diritto a ricevere la proposta degli incarichi resi disponibili”. Si tratta di una sentenza “che mette a nudo le gravi lacune di un sistema di reclutamento che si è rivelato fallimentare”, rileva ancora la Uil.
Il ministero ha sottolineato in sede di giudizio che lo scopo di certe procedure è quello di “evitare qualsiasi pregiudizio al regolare avvio dell’anno scolastico che inevitabilmente sarebbe compromesso se si consentisse un continuo riavvio delle operazioni di assegnazione delle supplenze”, ma, rilevano i giudici della Corte d’Appello, è lo stesso “ministero a consentire quello quello che, in questa sede vorrebbe invece precludere: ossia la possibilità di svolgere una supplenza breve senza precludersi il conferimento di un incarico annuale in base alle GPS”. “Sono felicissima”, commenta ora Cincotti, che fin dal primo momento aveva notato qualcosa di sospetto in quelle graduatorie. “Non perché cambi qualcosa nella mia vita, ma soprattutto perché per me l’ultimo è stato un anno durissimo: sono diventata mamma, del mio piccolo Sergio che ha un anno e mezzo, e in più ho superato la specializzazione per il sostegno, per cui adesso sono di ruolo e sto facendo l’anno di prova all’istituto Barozzi Beltrami di Rozzano”.
Federica oggi
Fderica, originaria di Avellino, si era appena laureata in biologia e stava frequentando un master in controllo di qualità nelle aziende agro alimentari quando ha ricevuto la prima convocazione a scuola.
“Avevo presentato la domanda nel 2020, ma non mi avevano chiamato. Poi nell’ottobre del 2021 arriva questa cattedra di matematica e scienze all’Ic Basilio, una secondaria di primo grado, e mi trasferisco a Milano, dove lavorava già mio marito. L’anno dopo mi chiamano sul sostegno all’istituto dove insegno adesso. L’anno dopo ancora, era il 2023, non mi chiamano, perché non c’erano cattedre sulle scuole per cui avevo espresso preferenza. Però, leggendo i bollettini, noto che alcuni colleghi con punteggio inferiore erano riusciti ad entrare proprio dove avrei voluto io. Mi sono insospettita e, su consiglio di amici, ho deciso di rivolgermi al sindacato”. Ma Cincotti non è tipa da starsene lì ad aspettare l’esito del ricorso: incinta già del suo bimbo, ha partecipato alla selezione per diventare insegnante di sostegno.
“Il parto era previsto per il 28 agosto 2023, il giorno dopo avevo l’orale. Il mio bimbo mi ha fatto un regalo, è nato il 5 settembre, così ho potuto fare l’orale, che ho superato. Dopo pochi giorni ero già in aula a frequentare il corso in Cattolica a Milano. Appena concluso, a maggio 2024, ho avuto il contratto: in base all’articolo 59, i posti rimasti residui potevano essere assegnati a chi aveva la specializzazione, come me. E adesso eccomi qui“. E i soldi del risarcimento? “Li userò per la formazione, per me è troppo importante”.
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