Prof accoltellata a scuola, lo studente 16enne arrestato in ospedale con l’accusa di tentato omicidio aggravato

Gli inquirenti sono convinti che l’azione del ragazzo fosse stata studiata a tavolino. Intanto oggi i suoi compagni di classe sono tornati in classe con il sostegno degli psicologi.

Si trova ricoverato nel reparto di neuropsichiatria infantile dell’ospedale “San Paolo” di Milano ma è formalmente in stato di arresto con l’accusa di tentato omicidio aggravato il 16enne che lunedì scorso ha aggredito con un coltello da caccia la sua docente, Elisabetta Condò, 51 anni, che insegna al liceo “Alessandrini” di Abbiategrasso. La docente ha una ferita molto profonda, circa dieci centimetri, all’altezza della scapola e poi tre tagli alla testa, con una piccola frattura dell’osso. Non è in pericolo di vita ma si è dovuta sottoporre ad un delicato intervento chirurgico ai legamenti del braccio. La prognosi dovrebbe essere di oltre un mese anche se lo choc, soprattutto psicologico successivo all’aggressione subita, sarà davvero molto duro da digerire.

Intanto emergono nuovi particolari riguardo all’aggressione di lunedì scorso: secondo gli inquirenti lo studente avrebbe pianificato per filo e per segno l’azione violenta in classe. A dimostrarlo ci sarebbe il fatto che il coltello portato a scuola appartenesse al padre dello studente (che è un cacciatore), mentre la pistola giocattolo era stata acquistata in un negozio. Il ragazzo, che rischiava un 5 in condotta e che ultimamente aveva consegnato una verifica in bianco, ha accoltellato la professoressa mentre era chinata. Prima ai compagni aveva detto “mi dispiace” e poi ha estratto la pistola per farli scappare.  

A fare luce sulla situazione del 16enne anche Michele Raffaeli, preside dell’Istituto scolastico superiore Emilio Alessandrini di Abbiategrasso che ieri è stato ospite della trasmissione tv Porta a Porta. “Era un ragazzo attenzionato dal Consiglio di classe e avevamo convocato i genitori, non si trattava di problemi gravi ma di comportamento e didattici, in questi casi chiamiamo spesso le famiglie per capire quali siano le strategie per aiutare il ragazzo. Ho parlato con i compagni, abbiamo condiviso alla stazione dei carabinieri dei momenti di riflessione, sono scossi come le loro famiglie, hanno subito uno choc importante, ieri non sono venuti a scuola i ragazzi di questa classe, li aspettiamo oggi e abbiamo predisposto un intervento psicologico per accompagnarli e far emergere il desiderio di parlare e confrontarsi”.

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