Non 250mila ma 85mila in meno che diventeranno 155mila in totale entro fine anno. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, stoppa i sindacati sulla polemica riguardo ai docenti precari. In un video pubblicato su Youtube Valditara cerca di fare chiarezza sui numeri dei prof senza un contratto stabile alla vigilia della partenza del nuovo anno scolastico che nei prossimi giorni partirà ovunque in Italia.
L’obiettivo del 2024
“Proprio perché vogliamo affrontare seriamente questo problema, abbiamo il dovere di parlare chiaro. Non è vero che attualmente ci sono 250mila precari nella scuola italiana, non lo dice nemmeno la Corte dei Conti – ha puntualizzato Valditara – La situazione dei precari al 30 giugno e al 31 agosto è questa: 165mila unità che si ridurranno a 155mila entro dicembre grazie alle assunzioni derivanti dai concorsi che sono in via di chiusura. L’anno scorso e negli anni precedenti il numero di precari era di 160mila unità quindi a dicembre ci sarà la prima significativa diminuzione”.
Il “peso” del sostegno
Valditara poi ha cercato di fare chiarezza anche sulla composizione del “precariato” nel mondo della scuola. “Se andiamo a scomporlo, il precariato è essenzialmente sul sostegno. Nel 2023-2024, su un totale di 160mila docenti precari, ben 108.885, quasi 109mila, sono insegnanti di sostegno. Perché è aumentato così tanto il precariato sul sostegno? Perché è aumentato in modo esponenziale il numero dei giovani con disabilità, ma va anche detto che purtroppo le università non sono state in grado di specializzare un numero adeguato di insegnanti di sostegno – ha aggiunto il ministro – E proprio perché i percorsi TFA svolti nelle università non si sono rivelati adeguati a risolvere questo problema abbiamo deciso di affiancare, non di sostituire, percorsi presso Indire, il centro di formazione degli insegnanti, centro di ricerca, che fa capo al ministero dell’Istruzione e del Merito”.
Rivoluzione in vista
Una vera e propria “rivoluzione”, secondo il ministro, con cui “intendiamo specializzare, nel corso del 2025, 85mila docenti precari senza specializzazione, che sono quelli che hanno almeno tre anni di attività sul sostegno alle spalle. Questo è importante ai fini della risoluzione del problema del precariato, perché non possiamo trasformare i posti in organico di fatto in posti in organico di diritto, finché non abbiamo un numero adeguato di specializzazioni” ha concluso.
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