Il rischio è quello che il piano per la creazione di 60mila nuovi posti letto per gli studenti si trasformi in un clamoroso flop. Il traguardo, infatti, in vista della scadenza del 30 giugno 2026 stabilito dai fondi del Pnrr è ancora un miraggio ma la ministra dell’Università Anna Maria Bernini non getta la spugna: “Li difenderò fino alla fine” ha detto ma l’obiettivo non è semplice da raggiungere se si pensa che in 20 anni sono stati costruiti 40 mila posti letto.
“È evidente che io li voglio spendere questi soldi, è altrettanto evidente che il Pnrr come negoziato mi ha posto delle condizioni complicatissime. Il 75% di posti letto singoli in un Paese come l’Italia dove ci sono solo immobili vincolati è piuttosto complicato” ha detto il ministro nei giorni scorsi in visita a Bologna ricordando di aver scritto ai sindaci: il comparto pubblico – università, Regioni, Comuni – per ora ha aderito ai progetti per una percentuale molto scarsa.
Ora, oltre a chiedere all’Ue – tramite il ministro Fitto – una proroga della scadenza del 30 giugno 2026 per la consegna dei nuovi alloggi, la ministra ha messo a punto una serie di proposte per provare a mantenere intatto il target finale: tra le tante l’eliminazione del vincolo del 70% dei posti letto in stanza singola “non conveniente per gli operatori da un punto di vista economico”, il poter computare anche i posti letto per i quali è stato attestato l’avvio di lavori che dovranno concludersi entro 24/36 mesi.
Leggi anche altre notizie su CorriereUniv
Seguici su Facebook e Instagram