Per i docenti c’è un nuovo concorso da 26mila posti: il 57% delle cattedre sarà al Nord

Un esercito di 600mila aspiranti docenti che si contenderanno circa 26mila cattedre gran parte delle quali nelle regioni del Nord. Anche il governo Draghi sta per dare il via libera ai suoi primi concorsi nel settore della scuola. Già il mese prossimo, infatti, potrebbero essere ufficializzate le date per la selezione che riguarda i docenti delle scuole medie e superiori. Come anticipa oggi il Sole 24 Ore il decreto che riforma le regole è già arrivato e le istanze per gli aspiranti commissari sono aperte fino al 7 febbraio.

Si tratta in tutto di 26mila posti che saranno messi a bando e che, secondo le stime del Ministero dell’Istruzione, dovrebbero attirare l’attenzione di quasi 600mila docenti pronti ad ottenere l’abita cattedra. Dove? Vista l’emergenza che in questi mesi sta riguardando soprattutto le scuole del Nord, più delle metà dei nuovi insegnanti dovrebbe trovare collocazione proprio in un istituto del settentrione.

I dati dicono che la regione dove ci saranno più cattedre a disposizione è la Lombardia, con 5.959 posti, seguita da Piemonte (2.733) e Veneto (2.606), Emilia-Romagna (2.372), Lazio (2.173), Toscana (2.120) e Campania (1.728). In Puglia, Liguria e Sardegna ci saranno poco più di 1.000 posti liberi mentre tutti gli altri viaggiano sotto le mille unità: Sicilia 957, Calabria 736, Marche 559, Umbria 406, Abruzzo 230, Molise 110, Basilicata 293, Friuli Venezia Giulia 699. In pratica il 57% dei posti riguarderà il Nord.

L’emergenza Coronavirus ha imposto una semplificazione delle regole per i concorsi pubblici, quindi le prove saranno solo due: uno scritto a risposta multipla al computer con 50 quesiti (domande con 4 risposte di cui una sola esatta) in 100 minuti (40 sulla materia da insegnare, 5 sulla conoscenza dell’inglese e 5 sulla padronanza degli strumenti digitali) e un orale incentrato su una lezione simulata. Il primo potrà dare massimo 100 punti (ma si passerà già con 70), il secondo altrettanti. Per arrivare ai 250 complessivi si aggiungono i 50 dipendenti dai titoli. Ad esempio, l’abilitazione eventualmente posseduta, il superamento di un concorso o un dottorato di ricerca varranno 12,5 punti. Ogni anno di precariato ne varrà invece 1,25.

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