Paolo Crepet spiega come dovrebbe essere la scuola: sì ai voti e più soldi ai docenti

paolo crepet

Paolo Crepet, psichiatra, sociologo e saggista, lancia una critica severa al sistema scolastico italiano, che ritiene incapace di fornire ai giovani gli strumenti necessari per affrontare la vita. In un’intervista rilasciata a Il Messaggero, Crepet propone una vera e propria rivoluzione: anticipare l’ingresso a scuola a 5 anni, ridurre il ciclo di studi a 18 anni, reintrodurre i voti, potenziare il tempo pieno e valorizzare il ruolo degli insegnanti.

Secondo Crepet, queste misure drastiche sono l’unica soluzione per arginare una deriva sociale sempre più preoccupante. “Non funziona nulla,” afferma con fermezza. “Prima di tutto bisogna cominciare a 5 anni e non a 6, finire a 18 e non a 19. Bisogna reintrodurre i voti come si è sempre fatto. Serve una scuola a tempo pieno e bisogna dare più soldi agli insegnanti. Ma lei pensa che ci sia un politico che pensa a queste cose? Però ho ragione io, me lo faccia dire.”

Crepet estende la sua critica anche al comportamento dei genitori moderni, accusandoli di essere protettivi nel modo sbagliato e di non assumersi le responsabilità necessarie. “Sono protettivi per la scuola. Vai a discutere se tuo figlio ha preso un brutto voto, se ha preso 5? Ma cosa ti interessa se tuo figlio ha preso 5? Saranno cavoli suoi. Lascialo di fronte alle sue responsabilità. I genitori italiani non sono protettivi quando dovrebbero esserlo, vale a dire a partire dalle 9 di sera. Sono protettivi in modo sbagliato, ecco perché non ci sono più i voti a scuola. Guardi, è stato fatto tutto il contrario di ciò che sarebbe intelligente fare. Forse non siamo un popolo così intelligente.”

Secondo Crepet, la società odierna ha smarrito il valore del dialogo, sostituendolo con il culto del denaro. I genitori, spesso assenti, non conoscono i propri figli, ignorandone le fragilità, le paure e le esperienze. “Un padre non sa dove si trova suo figlio di 14 anni, non sa cosa fa, non sa quanti shot sta bevendo, non sa se consuma cocaina, non sa se fa sesso con una tredicenne,” afferma con durezza, sottolineando quanto sia grave la disconnessione tra genitori e figli.

Infine, Crepet esprime un grido d’allarme che risuona da trent’anni, spesso inascoltato e liquidato come pessimismo. “Prendiamo atto del disfacimento del nostro mondo, del disfacimento della famiglia,” tuona Crepet, ricordando come questi problemi siano il risultato di una lunga serie di scelte sbagliate e di un’indifferenza diffusa.

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