Roma si sveglia con un’altra scuola occupata, mentre i presidi decidono di passare all’azione, così come già fatto dalla dirigente scolastica del Virgilio, Isabella Palagi, occupato dal 29 novembre. Nella notte tra martedì 10 e mercoledì 11 dicembre, infatti, studenti e studentesse sono entrati al Socrate e hanno occupato la sede di via Padre Reginaldo Giuliani. Dell’iniziativa, come fa sapere il dirigente scolastico Carlo Firmani, sono state informate le forze dell’ordine.
Il Socrate e le altre scuole occupate
La fatiscenza delle infrastrutture scolastiche, i tagli alla scuola e la solidarietà al popolo palestinese sono tra i motivi principali della protesta: “Contro la scuola dei padroni, 10, 100, 1000 occupazioni” è lo slogan. Il Socrate si aggiunge a un lungo elenco di istituti occupati e in cui tuttora le iniziative degli studenti sono in corso e le lezioni sospese: Manara, Morgagni, Russell, la sede succursale del Newton e il Carducci. Dal collettivo Virgilio, invece, fanno sapere che la scuola, occupata dal 29 novembre, è stata liberata nella serata di martedì 10 dicembre. Un’ondata di mobilitazioni partita dal Gullace e che ha poi coinvolto, nel corso delle settimane, altre scuole che sono rimaste, per diversi giorni, in mano agli studenti: Pilo Albertelli, Plinio Seniore, Enzo Rossi, Cavour, Visconti, Montessori e Rossellini.
I presidi passano all’azione
Se in alcuni casi, come quello del Pilo Albertelli, la via del dialogo e della mediazione intrapresa dai dirigenti scolastici ha portato risultati positivi, con la liberazione delle scuole. In altri il percorso è stato diverso. Al Virgilio, ad esempio, la preside ha organizzato una manifestazione di protesta pochi giorni dopo l’occupazione del 29 novembre, con genitori, alunni e docenti. Un’iniziativa duramente criticata non solo dagli occupanti, ma anche da alcuni genitori, che hanno rivendicato il diritto dei ragazzi a “esprimere il proprio pensiero”. A criticare l’iniziativa, che ha però ottenuto l’appoggio del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, anche il presidente del municipio VIII, Amedeo Ciaccheri.
Ma Palagi non è stata l’unica preside a muoversi contro l’occupazione della propria scuola: è successo al Morgagni dove questa mattina la dirigente scolastica Patrizia Chelini ha organizzato sulla scalinata Vizzardelli, un momento di confronto con gli studenti che hanno occupato la scuola. A cui hanno aderito anche altri alunni, docenti e genitori: “Una partecipazione così ampia e sentita, con un preavviso di poche ore, in una mattina piovosa di un giorno lavorativo, non era scontata ed è stata una grande manifestazione di interesse per la scuola – scrive la preside -. I partecipanti, circa ottanta, hanno espresso in modi diversi e con toni diversi i loro punti di vista agli occupanti. Credo che sia stato un momento altamente democratico e importante”. Dal collettivo Morgagni, ora dentro la scuola, raccontano però una versione diversa da quella della preside: “Gli studenti sono stati duramente attaccati e costantemente interrotti – è l’accusa -. Gli è stata di fatto resa impossibile l’esposizione delle proprie idee”.
Anche il dirigente del Manara, Pietro Giovanni Pastorello, ha organizzato un’iniziativa davanti alla scuola, in via Bricci, con studenti, docenti e personale Ata: “Noi riconosciamo la complessità del contesto attuale e il diritto delle nuove generazioni di esprimere preoccupazione e dissenso: il mondo che consegniamo loro sta attraversando profonde crisi economiche, politiche, ambientali e umanitarie dalle quali è arduo immaginare una via di uscita – spiega il preside -. Comprendiamo quindi l’inquietudine dei giovani di fronte all’assenza di prospettive, ma teniamo a sottolineare che il nostro liceo ha sempre perseguito l’obiettivo di fornire strumenti critici per analizzare e interpretare la realtà”. E ancora: “Quest’azione di compromissione del diritto allo studio e di interruzione delle attività didattiche, lungi dal produrre i risultati che i ragazzi auspicano, creerà danni inevitabili, soprattutto agli studenti più fragili, che rischiano di accumulare lacune difficilmente colmabili nel percorso scolastico”.
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