“Nostra figlia di 10 anni in classe con il Niqab”: la richiesta di una famiglia pakistana

Hanno chiesto che la propria figlia possa indossare il Niqab a scuola: a presentare l’istanza i genitori di una ragazzina di appena 10 anni di origini pakistane che si sono rivolti ad un’associazione (Time4lige) che offre consulenze gratuite per le famiglie di origini straniera.

Il caso a Modena

“A Monfalcone alcune studentesse sono state autorizzate: chiediamo che anche a nostra figlia venga permesso di entrare a scuola con il niqab. È diventata da poco ‘donna’, dobbiamo tutelarla quando, l’anno prossimo, inizierà la scuola media perchè ci saranno anche ragazzini più grandi” hanno detto i genitori della ragazza facendo riferimento a quanto accaduto a Monfalcone, dove ci fu una polemica per l’uso del Niqab in un istituto superiore. Cinque studentesse, infatti, ogni giorno venivano identificate da una referente scolastica in una stanza a parte e poi fatte entrare in aula indossando il velo che copre integralmente il viso.

Il rifiuto dell’associazione

Il nuovo caso adesso riguarda una ragazza di Modena, così come ha raccontato oggi l’edizione locale del Resto del Carlino. “Ci sono ragazzi anche di 13, 14 anni e vogliamo coprirla per non generare alcun tipo di attrazione” ha detto il padre della studentessa. La presidente dell’associazione, l’avvocata Elisa Fangareggi, ascoltando le parole dei genitori ha deciso di raccontare questa vicenda. “Da me arrivano famiglie a cui sono stati tolti i figli e non mi aspettavo una simile richiesta. A quel punto ho fatto presente loro che una bambina di 11 anni non può stare completamente coperta scoperta a scuola, è col viso che si comunica; con le espressioni. Gli ho anche suggerito di tornare in Pakistan, se reputano le regole italiane non in linea con il loro pensiero. Sono stata attaccata sui social poiché mi hanno accusato di non essere aperta al dialogo, ma con queste famiglie il dialogo non è possibile, comunicare non serve. Secondo il loro pensiero, non era necessario che la figlia comunicasse: hanno sottolineato che andava a scuola solo perché la scuola è obbligatoria”.

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