Non solo Greta: ecco chi è Vanessa Nakate, l’attivista ugandese che si batte per il clima

Ugandese, ha 24 anni, ed è laureata in Economia. Ha preso parte a più di 60 Fridays for Future, balzando agli onori delle cronache quando fu esclusa da una foto durante il World Economic Forum di Davos in Svizzera.

Ventiquattro anni, la stessa determinazione della sua “collega” Greta, e un impegno costante per salvare il sud del mondo, quello da cui proviene, dai disastri provocati dai cambiamenti climatici. Lo Youth4Climate di Milano ha incoronato Vanessa Nakate come nuovo punto di riferimento dei giovani che si battono per il clima.

Figlia di un politico di Kampala, la capitale dell’Uganda, Vanessa si è laurerata in economia alla Makerere University. Si è avvicinata al movimento dei Fridays for Future senza poi troppo convinzione (era scesa in strada con si suoi fratelli per protestare armata di pennarelli e cartelli) ma poi è finita per partecipare a più di 60 scioperi, fondando così lo Youth for Future Africa, un movimento per accrescere la consapevolezza dei giovani africani sulla crisi climatica che in seguito si è trasformato nel movimento Rise Up. Ha organizzato anche una campagna per la riforestazione del Congo e scioperi con gli studenti, appendendo fuori dagli uffici governativi striscioni con la scritta “Mi state prendendo in giro?”. Tra le sue battaglie quella contro l’inquinamento atmosferico a Kampala, l’innalzamento delle acque nel Lago Vittoria e i finanziamenti alle compagnie petrolifere del carbone.

Vanessa però ha guadagnato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo quando nel gennaio 2020 ha preso parte al World Economic Forum di Davos, in Svizzera. Al momento della foto di gruppo con altre cinque attiviste – tra cui c’era anche Greta Thunberg – l’Associated Press ha pensato bene di pubblicare l’immagine “tagliando” l’unica ragazza dalla pelle nera: lei. Che poi non ha perso tempo per denunciare la manovra “razzista”: “Non avete cancellato solo una foto. Avete cancellato un continente” ha tuonato in un video diventato subito virale sui social network.

Nel suo discorso allo Youth4Climate ha utilizzato gli stessi toni e le stesse critiche che Greta ha riservato ai politici. “Molti pensano succeda solo nel Sud del mondo, ma come abbiamo visto con gli incendi in California e le inondazioni in Germania e in Belgio non è così” ha detto riferendosi ai disastri provocati dai cambiamenti climatici. “Danni e perdite sono possibili ovunque. Eppure, i leader continuano a dire che raggiungeranno le emissioni zero nel 2050 per mitigare la crisi climatica. Li sento ripetere che c’è bisogno di mitigare questa situazione, ma i fondi promessi ai Paesi vulnerabili non sono mai arrivati. C’è una cosa di cui i leader non parlano mai: perdite e danni. Non ci si può adattare alla perdita di culture, delle tradizioni, della storia, non ci si può adattare alla fame. E non ci si può adattare all’estinzione. La crisi climatica spinge tante comunità ad adattarsi. Perché è così difficile invece per i leader iniziare nuove politiche? È complicato per loro capire che perdite e danni sono attuali. L’azione climatica non è una scelta, ma una necessità. Dobbiamo minimizzare i rischi per il futuro, senza dimenticare perdite e danni avvenuti. È tempo di prendersi cura dei più vulnerabili, che non saranno ancora a lungo con noi, è tempo per i leader di metter tutto questo al centro delle negoziazioni. È tempo di capire che servono più fondi come sovvenzioni e non prestiti. È tempo per i leader di svegliarsi, di non parlare e di iniziare ad agire. È tempo di capire i veri costi e chiedere a chi inquina di pagare. È tempo di mantenere le promesse, e non vuote, basta summit e conferenze senza decisioni” ha concluso.

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