Napolitano: "Non si faccia di tutta l'erba un fascio"

giorgio_napolitano.jpg“Contiamo molto che le sue parole sul ruolo fondamentale dell’Università facciano riflettere coloro che per giustificare i tagli della manovra finanziaria di giugno hanno dipinto il sistema delle Università italiane esaltandone diritti ma ignorandone i grandi meriti”. Con queste parole il rettore dell’Università della Calabria Giovanni Latorre si è rivolto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha partecipato questa mattina alla cerimonia di inaugurazione del 37° anno accademico dell’ateneo.
Latorre ha ricordato che i tagli della manovra finanziaria hanno riguardato per un quarto il ministero dell’Istruzione, università e ricerca e ha illustrato i risultati che negli ultimi anni l’ateneo da lui diretto ha conseguito con soddisfazione riconosciuti anche in sede internazionale.
Durante il suo intervento Giorgio Napolitano ha chiesto alle regioni meridionali di superare “ogni forma di inerzia e di stanca gestione dell’esistente” per affrontare i problemi particolari che affliggono quest’area del paese. Il Capo dello Stato ha anche segnalato “deleterie contrapposizioni tra Nord e Sud e vecchie e nuove sordità verso le esigenze del Mezzogiorno”. E ha scagliato una pietra a difesa del sistema universitario.
Non si faccia mai di tutte le erbe un fascio quando si parla criticamente di servizio universitario italiano – ha detto il presidente Napolitano – In particolare non si confonda il fenomeno, che purtroppo si è verificato e che è stato deleterio, della proliferazione delle sedi con la formazione della prima università della Calabria. Questa università – ha sottolineato – è la prima che ha avuto la Calabria. Ha colmato una penalizzazione storica di cui soffriva la regione, non è nata nello spirito di una concessione al localismo, ma con l’intenzione di dotare la Calabria di un ateneo di avanguardia quale fattore di avanzamento economico, sociale e culturale”.
Compiti che l’ateneo, ha detto Napolitano, ha assolto in tutti questi anni interpretando lo spirito e la visione internazionale di Beniamino Andreatta, che ne fu fondatore e primo rettore all’inizio degli anni ’70. «Andreatta con questo – ha concluso – ha dato l’esempio più alto di come si possa far nascere in condizioni ambientali difficili una università campione di eccellenza per qualità culturale, proiezione internazionale, serietà degli studi e anche per capacità di autogoverno e di uso oculato delle risorse”.

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