Nani fra Medioevo e Rinascimento

Il nano abbandonato il ruolo sacerdotale che rivestiva nel mondo classico, tra Medioevo e Rinascimento viene visto come essere curioso e ripugnante, inchiodato in un ruolo ludico e servile, (buffone, paggio, musico o più semplicemente elemento decorativo) ma sarà anche visto come metafora, “elemento dell’immaginario chiamato a rappresentare alcuni comportamenti umani, al limite una forma del mito al confine tra umanità e mostruosità”.
Cristiano Spilla, autore del saggio “Mostri da salotto” vuole farci cogliere l’aspetto profondamente problematico che investe il modo di vedere “i diversi” attraverso un excursus fra storia, pittura e letteratura di questi “bambini non cresciuti” .
E se la funzione più nobile che Castiglone attribuisce al suo “perfetto cortegiano” e quella di guadagnarsi “la benevolenza e l’animo di quel principe a cui serve” allora potremmo dire che il nano è un cortigiano perfetto nella sua imperfezione.
Giovanna Di Palma da Federico II Napoli

Exit mobile version