C’è l’ok del Ministero per rimuovere il vincolo sulla mobilità per i docenti neo immessi in ruolo a partire dal primo settembre 2020 dopo l’incontro tenutosi oggi con i sindacati di categoria. Una possibilità che viene giustificata dal presunto vulnus normativo che, cancellati gli ambiti della Buona Scuola, non farebbe più coincidere la sede di prima assegnazione del personale scolastico (cioè la scuola dove si è presa la titolarità di ruolo) e sede di titolarità (che si ottiene invece dopo il superamento dell’anno di prova), e da cui far decorrere i 3 anni prima di far domanda di mobilità.
Con l’interpretazione che passerebbe, l’immissione in ruolo del docente neoassunto sarebbe vista come “sede provvisoria” in cui permanere per il primo anno di prova, mentre l’acquisizione della titolarità scatterebbe dal secondo anno sulla sede scelta. Secondo i calcoli di Viale Trastevere, a settembre 2022 ci sarebbero almeno 100mila docenti potenzialmente autorizzati a cambiare istituto (i 50mila immessi in ruolo a settembre 2021, i circa 20mila inseriti a settembre 2020 e i 30mila del 2019 per i quali comunque sarebbe venuto meno il vincolo).
Alla luce della nuova disposizione normativa, il vincolo di permanenza nella scuola in cui si è traferiti avrebbe queste caratteristiche: è di tre anni scolastici; si applica a tutti i docenti trasferiti, a prescindere dalla preferenza in relazione alla quale si è stati soddisfatti; non si applica ai docenti soprannumerari che non presentano domanda volontaria ma condizionata.
Sindacati verso la firma del contratto sulla mobilità
Asulta la Cisl che apre alla firma del contratto: “Finalmente ottiene il via libera la proposta da tempo avanzata dalla Cisl Scuola al tavolo negoziale per il contratto sulla mobilità. Una soluzione che consente, anche senza modifiche legislative, la presentazione delle domande di trasferimento a tutto il personale neo assunto. Il vincolo di permanenza triennale sulla sede di titolarità diventerà in sostanza operante a partire dal momento in cui questa viene acquisita, attraverso le regole definite nel contratto integrativo”.
Più caute le altre sigle sindacali, in primis la Cgil: “L’incontro ha segnato la ripresa delle trattative con l’Amministrazione dopo che si era disertato il tavolo tenutosi nel priodo di proclamazione dello sciopero del 10 dicembre scorso. Il superamento dei vincoli di mobilità era una delle richieste per cui siamo scesi in piazza. Si prende atto dello sforzo dell’Amministrazione in questo senso, ma occorre verificare se esistono le condizioni per un intervento ulterore per i DSGA e per il personale ATA“. Il nuovo incontro in cui si discuterà sul testo presentato dai funzionari del ministero è fissato per giovedì 27 gennaio.
I dubbi dei presidi. Antonello Giannelli (ANP): “Il tema della continuità didattica ha un’importante rilevanza. Dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra le esigenze dei docenti e quelle degli alunni però. Trovo legittimo che i docenti vogliamo cambiare posto di lavoro e andare vicino casa ma questo deve avvenire in un’ottica di stabilità didattica”.
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