Milleproroghe, non parte il “contratto”: prorogato l’assegno di ricerca per tutto il 2023

Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, aveva già espresso in commissione la volontà politica di non applicarlo in nome dell’autonomia dei ricercatori

Della mole di proroghe e norme contenute nelle decreto “Milleproroghe” che dopo l’epifania approderà in Parlamento per la conversione entro fine febbraio, spicca quella dell’assegno di ricerca già cassato dal governo Draghi con il nuovo strumento del contratto di ricerca. Ma la ministra Bernini si era già espressa in VII Commissione Cultura per la volontà di non applicarlo.

Secondo quanto si legge nel testo approvato dal Consiglio dei ministri dopo Natale, è prorogata fino al 31 dicembre 2023 la possibilità per le università, le istituzioni il cui diploma di perfezionamento scientifico è riconosciuto equipollente al titolo di dottore di ricerca e gli enti pubblici di ricerca di indire procedure per il conferimento di assegni di ricerca ai sensi dell’articolo 22 della legge 30 dicembre 2010, n. 240, nel testo vigente prima della data di entrata in vigore del Decreto Legge 36/22. Tale possibilità le risorse già programmate ovvero deliberate dai rispettivi organi di governo entro 31 dicembre 2023.

Il contratto di ricerca

Il “contratto di ricerca” che è stato introdotto nel quadro delle misure urgenti connesse al PNRR, in quanto gli assegni di ricerca  si configuravano come collaborazioni coordinate e continuative, forme di lavoro atipiche (senza diritti e con contributi previdenziali parziali) ed estranee alle attività di ricerca non solo da un punto di vista generale, ma anche nel corpus europeo (tanto che si è chiesto all’Italia di intervenire in merito). Per garantire da una parte l’effettiva attivazione dal 1° gennaio 2023 di questa nuova figura e dall’altra per salvaguardare la continuità delle attività di ricerca e dei rapporti di lavoro dei giovani ricercatori impegnati in queste attività. Nelle scorse settimane vi sono state ampie proteste dei ricercatori dell’ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia) e di importanti sigle sindacali come la FLC CGIL.

Assunzioni e abilitazioni scientifica nazionale

Prorogato a fine anno il termine per procedere alle assunzioni di personale a tempo indeterminato relative alle cessazioni verificatesi negli anni 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019. 2020 e 2021previste dall’art. 3 commi 1 e 2 e Decreto Legge 90/14 e dall’articolo 66, commi 13 e 13-bis della legge 133/08. Inoltre è prorogato al 31 dicembre il termine per la conclusione dei lavori delle Commissioni nazionali per l’Abilitazione Scientifica Nazionale formate sulla base del decreto direttoriale n. 251 del 29 gennaio 2021.

Riguardo l’abilitazione, la presentazione delle domande per il sesto quadrimestre della tornata dell’abilitazione scientifica nazionale 2021-2023 è fissato dal 7 febbraio al 7 giugno 2023. I lavori riferiti al sesto quadrimestre si concludono entro il 7 ottobre 2023. Il procedimento di formazione delle nuove Commissioni nazionali di durata biennale per la tornata dell’abilitazione scientifica nazionale 2023-2025 è avviato entro il 31 luglio 2023.

Edilizia universitaria

Il decreto interviene anche sull’erogazione delle somme residue dei mutui che sono stati trasferiti al Ministero dell’Economia (MEF), ma concessi dalla Cassa depositi e prestiti S.p.A. per edilizia universitaria nelle aree depresse (art. 1 comma 1 del Decreto Legge 67/97) e/o finalizzate a interventi di decongestionamento degli atenei (art. 54 comma 1 della Legge 488/99). La norma proroga di un ulteriore anno (dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023) il termine per l’erogazione di tali somme da parte della Cassa depositi e prestiti S.p.A. su domanda dei soggetti mutuatari, previo nulla osta del Ministero dell’università e della ricerca. Le Università interessate sono: Cassino e Napoli Parthenope.

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